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Il Protocollo di Kyoto ed il “Clean Development Mechanism” - Cristian Melis -

La Convenzione UNFCCC sui cambiamenti climatici è stata approvata nel 1992, ed è il primo trattato incentrato su questo tema a livello globale.
Nel 1997 i paesi firmatari della Convenzione (chiamati “Parti”) hanno definito uno strumento per ridurre le emissioni di gas ad EFFETTO SERRA, considerate da larga parte della comunità scientifica come la principale causa dell’accelerazione dei cambiamenti climatici.
Nasce così il PROTOCOLLO DI KYOTO.

L’obiettivo generale del Protocollo è di portare il livello globale delle emissioni di GAS SERRA ad un valore inferiore di almeno il 5% rispetto al livello dell’anno di riferimento 1990, durante il periodo che va dal 2008 al 2012.
Al fine di non danneggiare i Paesi con economie emergenti (peraltro storicamente meno “colpevoli” dell’aumento dell’INQUINAMENTO atmosferico successivo alla rivoluzione industriale), il Protocollo impone la riduzione delle emissione di GAS SERRA solamente per i Paesi industrializzati, inseriti in una lista detta Annex I.

I valori massimi di emissione consentiti sono differenti per ogni Paese, e la riduzione necessaria per rispettare questi parametri non deve essere ottenuta esclusivamente all’interno dei confini nazionali, ma può essere raggiunta anche acquistando crediti di emissione da terzi o grazie a progetti di riduzione delle emissioni di GAS SERRA in altri Paesi (come previsto dai cosiddetti Meccanismi Flessibili del PROTOCOLLO DI KYOTO)
I Paesi meno industrializzati, inseriti nel gruppo dei non-Annex I, non hanno limiti di riduzione e, in base all’articolo 12 del Protocollo, possono usufruire di uno dei Meccanismi Flessibili previsti, ossia il Clean Development Mechanism (CDM).
Tale meccanismo favorisce la realizzazione di progetti per la riduzione delle emissioni di GAS SERRA in tali Paesi da parte di governi o imprese private di Paesi Annex-I, permettendo a questi ultimi di guadagnare crediti di emissione certificati (CERs), e contribuendo allo stesso tempo al trasferimento di tecnologie moderne e alla promozione di uno SVILUPPO SOSTENIBILE nei Paesi meno industrializzati.

I CERs possono poi essere utilizzare per adempiere agli obblighi nazionali di riduzione delle emissioni di GAS SERRA.
Un ulteriore importante vantaggio per chi si impegna nella realizzazione di un progetto CDM è quello di operare in realtà dove i costi di investimento sono spesso inferiori rispetto ai Paesi Annex-I, offrendo quindi ulteriori vantaggi economici.