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Le oscillazioni storiche del Clima

L’età della Terra viene oggi stimata in circa 5 miliardi di anni, ed è ormai accertato che, sin dalle sue origini, il pianeta ha subito un alternarsi di periodi freddi, culminati in diversi episodi di glaciazione durati anche milioni di anni, e periodi di clima temperato o caldo, lunghi centinaia di milioni di anni.
Continue oscillazioni sono sempre state la norma, come dimostrato dalle piccole glaciazioni, d’intensità minore e di breve durata, che avrebbero a loro volta interrotto i lunghissimi periodi caldi.
Ovviamente le ricostruzioni dei climi del passato sono approssimative e basate su esami geologici e sullo studio di reperti paleontologici.

Il clima ha modificato la superficie della Terra, ma soprattutto ha condizionato la vita degli organismi che la abitano.
Ad ogni sua variazione piante, animali e uomini hanno dovuto trovare nuove forme di adattamento, spesso migrando in cerca di ambienti più ospitali. L’abilità dei primi esseri umani di adattarsi a condizioni climatiche anche estreme è stata una delle chiavi della sopravvivenza della specie.

I dati disponibili permettono di dare informazioni più dettagliate sul clima dell’ultimo milione e mezzo di anni, quella che viene chiamata dai geologi l’Era Quaternaria.
Questo periodo è caratterizzato da quattro glaciazioni maggiori e tre fasi interglaciali; durante questa Era i continenti presero la posizione attuale e apparve l’uomo moderno.
L’ultima glaciazione ha permesso la diffusione dell’uomo su tutto il pianeta, facilitata dai corridoi di terre emerse sorti a causa dell’abbassamento del livello del mare.
Finita l’era glaciale, circa 18-20 mila anni fa, il clima tornò, con diverse oscillazioni, ad essere più caldo e umido.

Avvicinandosi ai giorni nostri, le informazioni a disposizione diventano sempre più precise; attorno al 6000 a.C. sulla regione del Sahara si rovesciarono grandi quantità di pioggia che andarono a formare i grandi fiumi i cui letti sono ancora oggi visibili.
Poi, intorno al 3000 a.C., le precipitazioni diminuirono e il Sahara tornò ad essere una regione arida e inospitale.
In epoca greco-romana, le oscillazioni tra caldo e freddo si fecero più frequenti e meno ampie.
I primi secoli dell’era cristiana sembrano essere caratterizzati da un clima mite ma arido.

Il medioevo appare come un periodo caldo ben definito e ciò è confermato dal fatto che in Inghilterra si produceva vino, 500 chilometri più a Nord rispetto a oggi.
Terminato quello che viene chiamato l’optimum climatico medievale, attorno al 1200 il clima tende a raffreddarsi, inizia quella che viene chiamata dai climatologi la “Piccola età glaciale” che culmina nel 1816, passato alla storia come “l’anno senza estate”.
A metà ottocento le temperature tornano ad aumentare, inaugurando un periodo caldo che dura ancora oggi.



Tratto da ENEA "Clima e Cambiamenti Climatici"