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Storia naturale delle merci - Giorgio Nebbia -

Anche le merci hanno una loro "storia naturale".
Ogni oggetto fabbricato fa parte di un grande ciclo, di un flusso di materia e di energia che comincia dalla natura e passa attraverso i processi di produzione e di uso - noi non consumiamo le merci, ma le usiamo per un tempo più o meno lungo.
Nei processi di trasformazione delle risorse naturali in merci e di uso delle merci si formano delle scorie gassose, liquide e solide, che tornano alla natura: vanno a finire nei grandi corpi riceventi: l'atmosfera, le acque, il suolo.
La quantità di tali scorie aumenta in proporzione alla crescita merceologica, ma le innovazioni tecniche portano anche ad un continuo cambiamento della qualità delle merci e delle relative scorie.
Sempre più spesso si osserva che i corpi riceventi naturali non riescono più ad assorbire, disperdere, diluire, trasformare, degradare le scorie delle attività umane tanto che la loro concentrazione nei corpi riceventi naturali spesso supera i limiti considerati abbastanza sicuri per la salute umana e per la sopravvivenza degli altri animali, dei vegetali e per la conservazione degli equilibri ecologici.
L'aumento della popolazione mondiale e della quantità delle merci prodotte ed usate, quindi, nello stesso tempo impoverisce le RISERVE di risorse naturali e fa diminuire la capacità ricettiva dell'ambiente per i rifiuti delle attività umane.
Si osserva così la diminuzione delle RISERVE di risorse forestali e di idrocarburi, l'aumento della concentrazione di gas nocivi nell'atmosfera urbana, la crescente difficoltà, in molte zone della Terra, di reperire acqua di qualità accettabile per l'alimentazione umana, eccetera.
Ma anche l'erosione del suolo, con conseguenti frane e alluvioni, è la conseguenza dello sfruttamento del suolo per fini agricoli o di pascolo, al di là della capacità di ricostruzione della vegetazione protettiva, quella che regola il flusso delle acque sulla superficie.
Che cosa succederà domani?
Vi sono due principali risposte a questa domanda.
Alcuni, partendo dalle "leggi" dell'ecologia, mettono in evidenza che esiste un limite nella disponibilità di risorse naturali del pianeta e nella capacità ricettiva delle scorie delle attività umane e suggeriscono che occorre rallentare e mettere un limite allo "sfruttamento" della natura.