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Dalla scoperta del fuoco al calore prodotto per combustione, alla pila di Volta e le lampadine di Edison. Un viaggio tra passato, presente e ... futuro dell'energia.

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Creato da Giorgio Nebbia « clicca sul nome per leggere il curriculum dell'autore

Ambiente per il XXI secolo

Appare oggi sempre più evidente che la crisi ambientale può essere superata soltanto ricorrendo, insieme, a strumenti tecnici e a strumenti economici. L'opinione pubblica associa la crisi ambientale a parole come INQUINAMENTO, petrolio nel mare, congestione del traffico, incendi dei boschi, erosione del suolo.Una  crisi,  le cui radici affondano  nella  notte  dei tempi:  quando gli esseri umani si  sono  differenziati dai  loro  simili, circa due milioni di  anni  fa,  una nuova forza, capace di modificare il mondo circostante,  ha cominciato a manifestarsi nella natura.
Per  alcune migliaia di secoli gli esseri  umani  hanno pero'  modificato molto  poco l'ambiente naturale: essi vivevano  in  piccole comunita' sparse  su  un  pianeta grandissimo,  traevano il cibo dai frutti e dai  tuberi delle piante e dagli animali selvaggi.
La  prima  grande svolta nei rapporti  fra  gli  esseri umani e la natura si e' avuta, come è ben noto, nella transizione dal Paleolitico al Neolitico con la rivoluzione agricola di circa 10.000 anni fa, in  una  Terra che  ormai  rassomigliava,  come  clima,   vegetazione, fauna,  estensione dei mari e forma dei  continenti,  a quella che conosciamo oggi.
Sorsero  da  allora i primi villaggi di  coltivatori  e allevatori;  alcuni di tali villaggi  si  trasformarono piu' tardi in citta' e cominciarono a scambiarsi  merci e manufatti - sale, rame, ceramiche; si formarono poi i primi imperi per la conquista di miniere, terre  coltivabili, materie prime, prodotti pregiati.
Da allora la corsa verso il dominio sulla - lo  "sfruttamento"  della - natura si e' fatta piu'  rapida,  con successive scoperte di nuovi materiali e fonti  energetiche e di nuove tecniche per trasformarle.
La società eotecnica - come l'hanno chiamata Geddes e Mumford - usava materiali e fonti energetiche  RINNOVABILI come il legno, il vento, il moto delle acque, fino alla rivoluzione paleotecnica, iniziata nel XVI secolo, con l'uso crescente del carbone e del ferro, e poi, a partire dal secolo scorso, con la produzione e l'uso dell'alluminio, del petrolio, dei  prodotti chimici sintetici.
Dal 1800 in avanti la maggiore disponibilita' di  beni materiali  ha consentito, a cominciare  dagli abitanti dei paesi industriali, un miglioramento della salute  e delle condizioni di vita.
Come conseguenza, la popolazione mondiale e' rapidamente aumentata dai 1000 milioni del 1830 ai 2000  milioni del 1930 ai 4000 milioni del 1975,  agli attuali (1996)  5700 milioni di persone, e continua ad aumentare, oggi, in  ragione  di  circa 90 milioni  all'anno,  quasi  un miliardo di terrestri in piu' ogni decennio.
Ogni persona presente sulla Terra ha bisogno, anche  se in grado maggiore o minore,  di beni materiali: alimenti, acqua, carta, carburanti, metalli, mattoni,  gomma, prodotti  chimici,  tessuti, e  questi  possono  essere tratti soltanto dal mondo circostante, dalla natura.
La  quale è grande, ma non illimitata: l'ecologia spiega bene che una popolazione vegetale o animale, in uno spazio e in un ECOSISTEMA di dimensioni  limitate, puo' aumentare fino ad un valore al di la' del quale le risorse essenziali - cibo, acqua, spazio per  muoversi ed estendersi, capacita' di assimilazione delle  scorie dei processi vitali - diventano scarse; a questo  punto gli individui che compongono la popolazione vengono  in concorrenza  e in conflitto fra loro e il  loro numero diminuisce oppure alcuni sono costretti a migrare se esiste un altro habitat in cui andare.
La stessa regola vale per le popolazioni umane, con una differenza:  con  l'evoluzione  tecnica  ed  economica aumenta  la  quantità - e varia la qualità -delle merci usate da ciascun individuo con conseguente aumento della domanda di risorse naturali: non solo cibo e acqua, ma minerali, combustibili fossili, legname. Anche  le merci hanno una loro "storia  naturale".
Ogni oggetto fabbricato fa parte di un grande ciclo, di un  flusso di materia e di energia che comincia dalla natura e passa attraverso i processi di produzione e di uso - noi non consumiamo le merci, ma le usiamo per un tempo più o meno lungo.