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Verso il G8: la posizione americana - Agi Energia -

Gli Stati Uniti che si apprestano a vivere il G8 sono profondamente diversi dal Paese che ha partecipato al summit di Hokkaido nel luglio 2008.

Il prossimo meeting si svolgerà presso l’Isola della Maddalena, in Sardegna, dall’8 al 10 luglio 2009 e a causa degli avvenimenti di quest’anno, crisi finanziaria e l’elezione di Barack Obama alla presidenza, il ridimensionamento della più grande potenza del mondo è indubbio.

Le proposte di Obama presentano punti interessanti, specie a livello ambientale, memore della perdita di credibilità per la mancata ratifica al PROTOCOLLO DI KYOTO, relativo alla Convenzione sui cambiamenti climatici e ambientali del 1992.

Dopo l’approvazione di Bill Clinton nel 1997, George W. Bush si ritirò dall’accordo. Il trattato si era posto l’obiettivo di ridimensionare le emissioni di agenti inquinanti a livelli sostenibili.

Questo, sulla scia di una nuova consapevolezza dell’importanza dell’ambiente, sancita già negli anni Sessanta con l’enunciazione di concetti quali “SVILUPPO SOSTENIBILE” in ambito internazionale.

Allo stesso modo l’America, seppur colpita dalla più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, continua a essere uno dei maggiori importatori netti di greggio e di prodotti petroliferi, come ricordato dal WTO.

Ciò crea tensioni sia a livello economico sia sociale, poiché crescono le preoccupazioni per la tutela ambientale da parte dell’opinione pubblica e accademica. Per questa ragione, c’è allo studio l’idea di aderire a un trattato ‘post-Kyoto’ a partire dal 2012.

Barack Obama, in questo senso, si presenterà al prossimo G8 con una serie di proposte che ricalcano quelle avanzate in campagna elettorale, alcune delle quali giudicate dagli esperti poco probabili.

Un primo esempio è quello della creazione del cap-and-trade, un sistema in cui ogni Paese partecipante ha una quota di emissioni di CO2 da rispettare, entro un certo tetto (cap); se tale parametro non è raggiunto, le quote residue possono essere cedute (ovvero commercializzate) ad altri partecipanti che hanno invece sforato il cap.

Così facendo si crea un valido mercato delle quote e si contribuisce a non uscire dai limiti.

Per il neo presidente, tale sistema servirà per ridurre di ben l’80% le emissioni di gas inquinanti entro il 2050.

Si tratta di un obiettivo ambizioso e poco realistico, dato che al 2001 l’America possedeva già il 36,2% di emissioni inquinanti sulla totalità del mondo.

Ancora, Obama si presenterà al G8 proponendo un’incentivazione delle fonti RINNOVABILI e dell’utilizzo dei BIOCARBURANTI.

Rimane da sottolineare l’importanza strategica negli assetti geopolitici della domanda di combustibili fossili e derivati del greggio.

Ad essa gli Usa avevano fornito una risposta con l’Energy Indipendence and Security Act del 2007, nel quale si prevedeva una riduzione consistente del consumo di carburante entro il 2010, attraverso anche pressioni sui costruttori di automobili.

Allo stesso modo, durante la campagna elettorale si era proposto di raggiungere un livello avanzato di produzione di biocombustibili entro il 2012.

Tuttavia, il piano ambientale di Obama non ha toccato alcuni nodi fondamentali, quali l’eventuale coinvolgimento in una stretta collaborazione con Paesi come Cina e India, ad oggi in parte esenti dalle disposizioni di Kyoto.

Non bisogna dimenticare i paesi emergenti, che hanno l’intenzione di modificare l’assetto internazionale a livello ambientale: una commistione di interessi è qui auspicabile, poiché rimane anche lo spinoso problema della gestione dei barili provenienti da stati ostili come Iran e Venezuela, la cui posizione nei confronti dell’America non si è mai risolta, anche a causa dell’aggressiva Amministrazione Bush.

Gli Usa, al prossimo G8, parteciperanno consapevoli che l’assetto geopolitico mondiale è mutato e che la loro posizione è stata messa in discussione. Da molte parti s’invoca un maggior ricorso all’ambiente.

Peccato che, spesso, questo serva a mascherare iniezioni di liquidità, come nel caso degli ecoincentivi per l’acquisto di vetture.

Tratto da Agi Energia