Tra i fattori che possono contribuire a valutare i termini delle opportunità sopra menzionate, l'analisi di rischio tecnico e finanziario può offrire validi strumenti di approfondimento, concorrendo a far individuare l'articolazione ottimale del sistema regionale integrato (pipelines + trasporto via mare) e il grado di complementarità delle due modalità di movimentazione del greggio.
I metodi di valutazione del rischio sono correntemente applicati ad entrambe le due forme di trasporto, generandosi così analiticamente la capacità di valutare il livello minimo al quale può essere ricondotto un grado di INQUINAMENTO sistematico di FREQUENZA data.
La valutazione degli effetti che ci si può attendere dalla adozione di provvedimenti mirati alla riduzione del rischio (p.e., il doppio scafo nel caso dei tankers, i tests di resistenza in condizioni statiche limite nel caso delle condotte in pressione), può consentire un confronto tra le diverse misure adottate in termini di vantaggi ambientali associati o, più in generale, di individuare una relazione tra il livello di rischio e le misure preventive adottate.
Il rischio residuo è, in generale, più alto per il trasporto via mare, dato che la sua grandezza dipende in larga misura dal carattere aleatorio di eventi che sfuggono al controllo degli operatori (condizioni atmosferiche, fattori occasionali esterni, errore umano, etc) e che risultano meno determinanti sul comportamento della struttura delle pipelines.
Pur riconoscendo la scarsa confrontabilità tra categorie non omogenee di eventi, è possibile comunque:
Se non mancano certamente i metodi di analisi del rischio applicabili alle due modalità di trasporto, l'aspetto critico della procedura riguarda soprattutto l'acquisizione di dati caso per caso, in relazione al grado di incertezza che si applica agli eventi significativi intorno allo specifico oggetto dello studio, alle loro conseguenze e probabilità connesse (FREQUENZA,"event trees" basati sulle osservazioni di eventi in sequenza), oltre che alla definizione dei valori di soglia per ciascun parametro rilevante per la determinazione del rischio.
Tutto ciò richiede, in sostanza, la conoscenza di un largo spettro di eventi di date dimensioni e modalità evolutive.
Sono disponibili lunghe serie (fino a più di 50 anni per alcune variabili) di informazioni sulle principali caratteristiche, modalità e conseguenze degli incidenti occorsi ai tankers in tutte le parti del mondo e in aree specifiche quali le acque europee ed il Mediterraneo.
Per quanto riguarda il sistema di oleodotti europeo, anche se la raccolta dei dati non è stata per molto tempo altrettanto sistematica, pur nondimeno è possibile acquisire sufficienti elementi conoscitivi relativi agli ultimi 20-30 anni, in particolare su cause, effetti e caratteristiche degli incidenti registrati sulle pipelines europee. Informazioni complementari per la valutazione dei rischi sul trasporto in pipelines possono essere ricavate, inoltre, dalle osservazioni sperimentali svolte nel tempo sui singoli progetti.
La tabella seguente, in cui sono sommariamente riportati i dati relativi ai versamenti medi annui di olio registrati negli anni 1977-2001 nel sistema di oleodotti europeo, mostra che i valori medi dei versamenti sono di un ordine di grandezza (103m3) molto più basso di quello correntemente associato agli incidenti dei tankers (105m3).
Se i costi attesi e le frequenze sono noti, sarà possibile stimare guadagni e perdite conseguenti al passaggio da una modalità all'altra: p. e., la diversione di 1 milione b/d dalla spedizione via mare al trasporto in condotta.
Quanto questo approccio sia aderente alla rappresentazione parametrica efficace degli elementi di confronto, può trovare conferma nei modelli assicurativi che effettivamente si applicano alla copertura del rischio nei due modi del trasporto.
Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Prof. Ugo Bilardo