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Petrolio, carbone, gas naturale. Tutte queste fonti hanno lunghi periodi di rigenerazione molto superiori ai tassi di consumo che ne condizioneranno l’uso attuale e futuro.

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I versamenti di petrolio in mare (maree nere o oil spills) - Ugo Bilardo -

La quantificazione del commercio e del trasporto internazionale di idrocarburi esposta al capitolo precedente, ha messo in evidenza l'imponente dimensione e la continua crescita del cabotaggio mercantile mondiale, in particolare di quello petroliero.

Un traffico di tale entità non può che avere implicazioni avverse per l'ambiente marino e costiero, anche a limitarsi a considerare il petrolio che, durante le varie fasi della navigazione, si riversa quotidiamente nei mari di tutto il mondo.

I versamenti di petrolio in mare - che vengono chiamati anche "maree nere" o oil spills , e sono oggetto di un'ampia letteratura - non sono associati soltanto al traffico marittimo.

Questo, però, ne costituisce una causa importante: innanzi tutto perché il cabotaggio petroliero, oltre ad essere soggetto a incidenti che possono causare la fuoriuscita parziale o totale del carico, pratica operazioni di routine (carico e scarico del petrolio, lavaggio delle cisterne, lavaggio delle acque di zavorra, ecc.) da cui derivano piccoli ma sistematici versamenti; in secondo luogo perché il cabotaggio non petroliero è anch'esso soggetto a incidenti che possono causare rotture ai serbatoi di carburante.

Fattori che determinano l'impatto

L'impatto ambientale di un oil spill dipende da numerosi fattori, i principali dei quali sono il tipo di petrolio versato; il volume del versamento; il clima; la localizzazione geografica; i processi di alterazione del petrolio a contatto con l'acqua; le caratteristiche biologiche dell'area inquinata.

Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Dott. Giuseppe Mureddu