Il volume annuo dei versamenti complessivi
La dimensione complessiva dei versamenti di petrolio è oggetto di stime, a dir poco, divergenti (come si vede nella figura); tuttavia generalmente si ritiene che oscilli intorno ai tre milioni di T/anno dovuti a INQUINAMENTO diretto umano, cui va aggiunto un altro migliaio di T. di versamenti causati da eventi naturali.
I versamenti dovuti a incidenti navali
Tra le cause delle maree nere è il trasporto marittimo ad essere, se non quella preponderante, certamente la più nota e documentata.
Solo per le maree nere connesse al trasporto marittimo esistono infatti serie storiche attendibili, anche se esse si riferiscono ai soli versamenti accidentali e spesso si limitano a quelli che hanno provocato l'immisione in mare di decine di migliaia di tonnellate di petrolio.
L'attenzione del grande pubblico è soprattutto concentrata sulle maggiori tra queste, ma non può essere ignorato che nell'ultimo quarantennio ogni anno in media è stata registrata una trentina di incidenti navali con perdite rilevanti (oltre 500 T).
A partire dagli anni '90, il numero degli oil spills accidentali si è drasticamente ridotto in alcune aeree, e sembra comunque esser sensibilmente diminuito anche su scala globale.
Nonostante questa tendenza, continuano a registrarsi annualmente decine di incidenti, specie nella cattiva stagione, alcuni dei quali sono diventati tristemente noti per l'entità dei versamenti e per gli effetti devastanti sull'ambiente marino e costiero.
Come sulla dimensione globale dell'INQUINAMENTO petrolifero, anche sul volume delle maree nere accidentali nel trasporto marittimo le stime esistenti divergono tra loro, soprattutto con riferimento agli ultimi 10-15 anni, nei quali si è registrata, parallelamente alla diminuzione del numero degli incidenti, anche una contrazione dei versamenti complessivi.
A ridurre gli oil spills accidentali legati al trasporto marittimo avrebbero contribuito, oltre all'entrata in vigore della convenzione internazionale MARPOL 73/78, e l'adozione di alcuni importanti provvedimenti legislativi nazionali con rilevanza regionale - in particolare nel 1990 l'OPA (Oil Pollution Act) per le acque territoriali USA, l'introduzione di corridoi a senso obbligato in alcuni passaggi particolarmente a rischio (Manica, ecc.), il miglioramento, sia pur limitato, della sorveglianza aerea del traffico marittimo, la pratica di mantenere un ambiente di gas inerte nei volumi delle intercapedini e nei volumi liberi delle cisterne, anche nel caso di operazioni di carico e scarico.
Tra le stime pubblicate - che si attestano tra 140.000 e 420.000 T annue - riteniamo particolarmente attendibile quella, verificata utilizzando la nostra banca dati, che colloca il volume annuo di versamenti dovuti a incidenti navali tra le 300.000 e le 500.000 T per il periodo 1970-90, e intorno alle 150-200.000 T nel decennio successivo.
La tabella seguente riporta i dati annui forniti dall'ITOPF confrontandoli con le stime basate sulle informazioni contenute nella nostra banca dati.
Il divario tra le varie stime esistenti va ricondotto innanzi tutto all'inclusione o meno degli incidenti navali connessi (direttamente o indirettamente) a situazioni di guerra; in secondo luogo alla natura, qualità e fonte delle informazioni raccolte, al modo di integrare i dati lacunosi e le informazioni incerte, alla copertura del campo di osservazione.
Questi quattro ordini di motivi comportano differenze così rilevanti da far apparire non confrontabili, e talvolta inconciliabili, le statistiche pubblicate da fonti diverse.
In realtà, già eliminando il primo fattore di divergenza, i vari quadri quantitativi appaiono relativamente omogenei.
Anche le differenze evidenziate per alcuni anni dalla tabella precedente tra le nostre stime e i dati ITOPF, si spiegano allo stesso modo: l'ITOPF non prende in considerazione i versamenti accidentali avvenuti in aree dove è in corso un conflitto armato, indipendentemente dalla loro dimensione e dalla causa diretta che li ha determinati.
Ogni criterio ha pregi e difetti, ma, non ritenendo opportuno ignorare un numero rilevante di incidenti navali avvenuti in teatri di guerra ma comunque lungo le rotte tipiche del traffico petroliero, si è preferito considerare anche i versamenti relativi a quegli incidenti, alcuni dei quali figurano (in corsivo) nell'elenco delle maggiori maree nere registrate dagli anni '60 ad oggi, fornito dalla tabella seguente.
Altre differenze importanti dei dati complessivi sono determinate dalla copertura del campo di osservazione, che varia anche a prescindere dalla menzionata diversa considerazione degli eventi bellici.
In particolare le statistiche generalmente prendono in considerazione soltanto i versamenti al di sopra di un volume minimo che varia da fonte a fonte, fornendo solo informazioni sommarie per quelli minori.
Così, ad esempio, i dati ITOPF qui riportati includono solo gli oil spills superiori alle 700 T; la nostra banca dati quelli al di sopra delle 500 T.
Ritornando alla tabella delle Maree Nere, si può osservare che grandi maree si sono registrate in ognuno dei decenni del secolo scorso: la maggiore (quasi 300 mila tonnellate di greggio) continua ad essere quella causata dall'Atlantic Empress nelle acque di Tobago alla fine degli anni '70, seguita ad altre 7 versamenti superiori alle 70 mila tonnellate nello stesso decennio, mentre negli anni '60 aveva suscitato emozione un altro incidente superiore alle 100 mila T. (Torre Canyon al largo della Cornovaglia); gli anni '80 sono caratterizzati da un numero impressionante di oil spills causati da operazioni belliche durante il conflitto Iran-Iraq (6 superiori alle 70 mila T, di cui 2 addirittura sopra 200 mila T, e altre 2 sopra le 100), a cui si sono però affiancati altri incidenti estranei agli eventi bellici, come quelli alla Castillo de Bellver (250 mila T), all'0dissey (140 mila T) e all'Irenes Serenade (1OO mila T); gravi incidenti si sono verificati anche negli anni '90, innanzi tutto quello alla ABT Summer che ha causato una marea nera che per dimensione (260.000 T di greggio) è la seconda di tutti i tempi, cui vanno aggiunti quello della Haven nel golfo di Genova (144 mila T) e almeno altri 3 con versamenti superiori alle 70 mila, che hanno interessato le acque texane (90.000 T) scozzesi (87.000), spagnole (74.000) e gallesi (72.000); infine nei primi anni del nuovo secolo, sebbene si sia registrato un numero minore di incidenti, non sono mancati versamenti di dimensioni considerevoli, il più grande dei quali (tra 40 e 70.000 T di olio combustible) è stato causato dall'affondamento della Prestige che ha inquinato il mare e le coste spagnole, portoghesi e francesi.
Va anche segnalato che gli incidenti più noti non sono stati quelli con i versamenti di maggiore entità: ad esempio l'incidente alla petroliera Exxon Valdez in Alasca nel 1989, e quelli più recenti all'Erika a alla Prestige al largo delle coste atlantiche della penisola iberica e della Francia, si collocano rispettivamente al 47°, al 69° e al 22° posto.
Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Dott. Giuseppe Mureddu