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Petrolio, carbone, gas naturale. Tutte queste fonti hanno lunghi periodi di rigenerazione molto superiori ai tassi di consumo che ne condizioneranno l’uso attuale e futuro.

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Tendenze incerte - Ugo Bilardo -

Siamo comunque nel campo delle congetture.

In assenza di rilevazioni sistematiche è difficile dire se la tendenza alla riduzione interessi anche i versamenti di routine e quindi l'insieme dell'INQUINAMENTO dovuto al trasporto marittimo del petrolio.

In realtà, anche per le maree nere accidentali, meglio documentate, il calo tendenziale si basa su elementi incerti.

Innanzi tutto, come è stato già detto, gran parte della riduzione svanisce se si fanno entrare nel novero i versamenti causati da navi coinvolte in operazioni belliche; in secondo luogo, va considerato che i dati annui sono fortemente influenzati anche da un singolo incidente di grandi proporzioni: basta infatti qualche stagione sfortunata per alterare profondamente l'andamento decennale e per far modificare il giudizio sull'evidenza statistica.

Infine, l'esistenza di numerosi incidenti che sfuggono alla rilevazione, o per i quali non si è in grado di quantificare l'entità del versamento (in tali casi per lo più si considera nullo il volume del versamento), induce anch'essa a valutare con prudenza il carattere tendenziale di lungo periodo di un flessione, che comunque sembra affermarsi da qualche anno.

D'altra parte, anche a voler dare per avvenuta una riduzione strutturale degli oil spills, alcune osservazioni meritano di essere sottolineate:

a) tale riduzione non è sufficiente a far considerare risolto il problema dell'INQUINAMENTO marino da petrolio;

b) non può essere elemento di sollievo la constatazione che complessivamente gli oil spills costituiscano una piccola percentuale del petrolio movimentato, o che questa quota si sia ridotta, dato che è la loro dimensione assoluta - comunque grande - a essere rilevante;

c) la tendenza decrescente non interessa alle stesso modo tutte le aree;

d) le cause immediate (condizioni meteologiche avverse, debolezze strutturali degli scafi, errore umano, ecc.) e la causa strutturale (intensità del traffico petroliero) non possono essere facilmente ridimensionate, e continuano pertanto ad essere pienamente attive.

Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Dott. Giuseppe Mureddu