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Una stima dei versamenti in mare di petrolio: di routine e accidentali - Ugo Bilardo -

Le perdite di greggio dovute a incidenti occorsi alle petroliere nel bacino mediterraneo nella media di un periodo di oltre 30 anni sono state approssimativamente stimate pari al 6% dei versamenti accidentali mondiali - il che corrisponderebbe grosso modo a 20-30.000 T l'anno.

Utilizzando i parametri dell'incidenza dei trasporti marittimi sul totale dell'INQUINAMENTO petrolifero (43% secondo l'Accademia delle Scienze Americana) una stima approssimativa delle maree nere complessive nel Mediterraneo oscillerebbe tra le 47.000 e le 77.000 T. annue.

Le informazioni relative ai soli versamenti accidentali superiori alle 500 T dal 1955 al 1990, ricavati dalla nostra Banca Dati, indicano una media annua per l'intero periodo intorno alle 18.000 T.

Nel decennio 1990-99, secondo i dati forniti da REMPEC (Regional Marine Pollution Emergency Response Centre), la media annua dei versamenti sarebbe fortemente diminuita; ma, se ci si basa ancora sulla nostra Banca Dati, o anche se semplicemente si leggono con attenzione gli stessi dati REMPEC, la situazione risulta pressoché immutata rispetto al periodo precedente.

I dati forniti dal REMPEC e riportati alla tabella seguente indicherebbero infatti un forte calo degli oil spills nel Mediterraneo nel decennio 1990-99, con una media annua 7-10 volte inferiore a quella registrata nei decenni precedenti.

 

Ma il risultato appare piuttosto diverso, se ai dati riportati alla tabella vengono apportate due correzioni che riteniamo ragionevoli. Innanzi tutto si può  tener conto in qualche modo dei versamenti di entità ignota, dato che lo stesso REMPEC ritiene "che tali quantità siano state significative e che, se note, potrebbero modificare sostanzialmente i dati complessivi"; più precisamente si può attribuire convenzionalmente a tali incidenti un volume di versamenti pari, ad esempio, alla media, peraltro eccezionalmente bassa, di quelli noti in ciascun anno; in secondo luogo si può considerare l'intero carico perduto nell'incidente di Genova (144.000 tonnellate, in gran parte bruciate quando già si erano riversate in mare), ossia aggiungere 134.000 T all'anno 1991; infine, vanno inseriti i versamenti di 30.000 T della Nassia nel 1994, insieme ad alcuni minori non registrati dal REMPEC.

Con questi semplici aggiustamenti si arriva ad un volume di versamenti cumulativi nel decennio considerato superiore alle 260 mila T, e quindi a una media annua di oltre 25.000 T, perfettamente in linea, quindi, con quella registrata in precedenza.


Così la tabella precedente, pur da interpretarsi come espressione di tendenze positive, offre anche l'occasione di riflettere su quanto possa essere ingannevole una lettura troppo meccanica dei dati.

La stima al rialzo è d'altra parte confermata da informazioni di fonte diversa (inclusive della perdita dell'intero carico della Haven) contenute nella nostra Banca Dati, che nello stesso periodo registra un volume medio annuo di versamenti superiore alle 25.000 T.

Ad ogni modo, in tempi più vicini la media annua sembrerebbe essersi notevolmente ridotta, dal momento che negli ultimi anni non si è verificato (o non è stato registrato) nessun incidente di grandi o medie proporzioni nel Mediterraneo; ma questa circostanza favorevole non può di per sé costituire un'indicazione di tendenza di tutti gli oil spills accidentali nel Mediterraneo, né può essere considerata significativa dal punto di vista probabilistico.

Come può vedersi dalla tabella successiva, che considera gli incidenti, con versamenti superiori alle 500 T, avvenuti dal 1955 ad oggi, bastano pochi o anche un solo incidente a modificare il dato annuale e la media decennale.

 

Va considerato, inoltre, che nel Mediterraneo, data la configurazione di mari quasi-interno, l'impatto costiero è di solito maggiore che nella media mondiale, come può vedersi dalla figura seguente.

Altre osservazioni possono essere fatte sulla ripartizione dei versamenti tra petroliere e altri tipi di nave, e sul rilievo da dare alla bandiera battuta dalle navi incidentate.

Come può vedersi dalla figura sottostante (sezione a), gli incidenti a petroliere, per quanto meglio conosciuti, costituiscono solo 1/3 degli incidenti navali complessivi con versamenti di sostanze inquinanti; mentre la sezione b della stessa figura sembra indicare che le bandiere di convenienza non sono particolarmente responsabili di incidenti, almeno nel Mediterraneo.

Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Dott. Giuseppe Mureddu