Il problema della sicurezza non concerne soltanto i porti ma anche la rete di depositi petroliferi.
Secondo un'indagine di qualche anno fa, che non ci risulta essere stata aggiornata, la movimentazione dei prodotti a mare connessa ai depositi di idrocarburi in Italia, presenta i seguenti dispositivi di sicurezza: uso di panne galleggianti intorno ai punti di carico e scarico, messa a terra delle strutture; inertizzazione tanks delle navi, controlli operativi, misuratori di livello automatici con controllo a distanza, allarmi di alto livello cut-off, allarmi per concentrazione H/C nei bacini; collegamento di messa a terra tra nave cisterna e terminale di terra, sigillatura ombrinali a chiusura, prese a mare della nave cisterna sulle linee di carico e scarico, presenza continua di guardia ai fuochi; recinzione della nave cisterna con barriere galleggianti; pressatura semestrale delle linee (oleodotti o manichette) che collegano la nave al terminale, versatori di schiuma a mare; natanti in stand-by per il recupero degli olii.
In generale, nel caso in cui si verifichi un versamento a mare, sono previsti: impiego di squadre anti-INQUINAMENTO, coordinate dalla Capitaneria di Porto, con natanti attrezzati per recupero liquidi galleggianti, impiego di adsorbenti e dispersanti; impiego di dispositivi skimmer tipo olea III° presso i terminali; impiego squadre di pronto intervento con panne galleggianti, solventi e disperdenti. Anche in questo campo esistono lacune da colmare.
Tratto dal Libro: "Traffico Petrolifero e Sostenibilità Ambientale".
Co-Autore Prof. Ugo Bilardo