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Le centrali nucleari. L'energia che scaturisce dal bombardamento dell'uranio con neutroni. Il processo di 'fissione/fusione nucleare'. Il problema della radioattività e delle scorie.

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Uno sguardo all’Italia - Maurizio Cumo -

In questo contesto internazionale e nella situazione di aumenti generalizzati dei costi dei combustibili e della entrata in vigore degli impegni di Kyoto, nonché della partecipazione italiana ai programmi EURATOM, cosa si potrebbe fare oggi in Italia?

Anzitutto compartecipare ai lavori di  Generation 4th di undici paesi che condividono i risultati di ricerca sui reattori del futuro.
Questa iniziativa consentirebbe al nostro Paese di riaffacciarsi nel novero dei paesi sviluppati e di trarre anche benefiche ricadute per l'innovazione industriale.

Occorre soprattutto intensificare le ricerche per un deposito superficiale dei rifiuti a bassa/media radioattività (da realizzarsi in pochi anni, con accordi con le comunità locali come già avvenuto in altri paesi europei), simultaneamente alla compartecipazione a ricerche internazionali sui depositi geologici per cui occorre una sperimentazione in profondità per almeno un decennio, prima di avere la certezza di una scelta ottimale e quindi avviare una trattativa per acquisire un convinto consenso degli enti locali.

Queste ultime ricerche e iniziative non sono certamente solo di carattere idrogeologico o nucleare, ma direi soprattutto di carattere sociologico-politico per ottenere il necessario consenso delle comunità locali interessate.

E’ infatti poco probabile trovare una collocazione dei nostri rifiuti all’estero, visti tutti i tentativi inutilmente fatti e la legislazione internazionale che si va consolidando.

E’ molto importante informare con i "mass media" l'opinione pubblica su quello che avviene nel resto del mondo sull'energia nucleare, e su tutte le altre fonti energetiche, riportando dati certi e ufficiali, senza demonizzare sistematicamente alcuna fonte, come avvenuto in passato.

Occorre informare sui programmi energetici degli altri paesi, sulla situazione energetica internazionale e sui costi dell’elettricità nel mondo.

Nel frattempo le nostre società elettriche possono lavorare con  impianti nucleari all’estero, ovviamente se lo trovano conveniente, e le nostre industrie fabbricare impegnativi e qualificanti componenti nucleari, come stanno già facendo con successo, per centrali all'estero. 

Esistono anche interessanti progetti italiani di reattori a sicurezza avanzata che potrebbero essere ben presto messi in cantiere all’estero. Vorrei in particolare ricordarne uno, elaborato negli ultimi venti anni dall’Università di Roma La Sapienza con il concorso di esperti ENEA  ed ENEL per un reattore modulare, cogenerativo, di piccola taglia, a sicurezza intrinseca, denominato MARS.
Tale reattore è completamente costruito in metallo con componenti flangiati e imbullonati che possono essere montati a blocchi sul sito della centrale ed anche smontati e ricambiati con componenti nuovi, se usurati con il tempo.

La vita dell’impianto può così tranquillamente superare non i 60 ma i 100 anni ed essere continuamente rimodernato con sostituzione anche dei componenti principali e in particolare della strumentazione.

Il fatto che sia cogenerativo (elettricità e calore)lo rende particolarmente adatto per quella nicchia di mercato costituita da paesi che hanno piccole reti elettriche ed un grande bisogno di acqua dissalata (Medio Oriente, Africa, ecc.).

La carica di combustibile del reattore può essere programmata per una durata di cinque anni, per cui i problemi di sicurezza contro la proliferazione nucleare possono essere risolti perché gli stessi paesi che forniscono il nocciolo fresco dopo cinque anni si riprendono per intero le cariche di combustibile usato, con uno stretto controllo del plutonio ivi prodottosi (ad es. nell’ambito della Global Nuclear Energy Partnership).

Questo progetto potrebbe essere offerto da industrie italiane all’estero con costi molto convenienti per la produzione di energia elettrica: 4 c Euro/KWh per venti anni di ammortamento e poi 2 c Euro/KWh per il lunghissimo resto della vita.

Sempre che, nel frattempo, non si decida di abolire nel nostro paese un ostracismo che ha penalizzato sin’ora la nostra economia.