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Le centrali nucleari. L'energia che scaturisce dal bombardamento dell'uranio con neutroni. Il processo di 'fissione/fusione nucleare'. Il problema della radioattività e delle scorie.

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L'industria nucleare in Italia - Roberto Adinolfi -

In questi mesi, nel rinnovato dibattito sul nucleare in corso nel nostro Paese, si è sentito più volte sollevare, come argomento a sfavore, l’impossibilità di ricreare un’industria nazionale capace di supportare la realizzazione di nuovi impianti.

In realtà, non è proprio vero che nel nostro Paese non esiste più nulla: alcune imprese (purtroppo davvero poche!) hanno continuato ad operare in questi anni all’estero, cercando di salvare almeno in parte le loro competenze; altre si stanno oggi riaffacciando, ben memori di quale occasione di sviluppo tecnologico sia stato il nucleare anche per le industrie italiane negli anni ’70.

Esaminiamo quindi alcuni dei più recenti successi delle aziende italiane, per poi concludere con qualche considerazione sulle prospettive di sviluppo.

Il più significativo da ricordare, mi sia consentito, è il completamento della seconda Unità di Cernavoda in Romania, che ANSALDO NUCLEARE ha gestito in consorzio con l’AECL a partire dal 2003, giungendo a mettere l’impianto in esercizio commerciale a fine settembre del 2007.

Questo contratto ha fatto seguito ad un analogo contratto per l’Unità 1, conclusosi con successo nel 1997 (da allora l’impianto ha prodotto il 10% circa alla produzione di elettricità rumena).

Il nuovo contratto ha comportato una partecipazione italiana per 138 M.ni €.

Lo scopo affidato al Consorzio AECL-Ansaldo è stato il completamento della progettazione e delle forniture OFF SHORE ancora mancanti, nonché la gestione, per conto del Cliente, dei contratti di fornitura locali e delle costruzioni, ed infine il commissioning dell’impianto. ANSALDO ha partecipato al Management Team con proprio personale per un totale di 275 anni-uomo.

Siamo stati responsabili della progettazione del ciclo termico, ma anche dei sistemi di supporto dell’Isola Nucleare. Abbiamo fornito inoltre un notevole numero di componenti, tutti approvvigionati sul mercato italiano: tra questi, anche un innovativo sistema di controllo digitale per l’intero Balance of Plant, mai prima d’ora utilizzato per un reattore di tipo CANDU, che impone requisiti di sicurezza anche a questa parte di impianto.

Vale la pena di sottolineare come Cernavoda 2 sia, con Olkiluoto, uno dei due soli impianti in costruzione in Europa negli ultimi anni: paradossalmente quindi l’industria italiana può affermare, pur con la doverosa modestia, di avere mantenuto competenze realizzative quanto e più di altre industrie europee.

Peraltro nel campo della progettazione la scelta, operata a fine anni ’80 e mai abbandonata, di partecipare ai principali progetti innovativi ha comportato che oggi ANSALDO abbia cumulato una larghissima conoscenza su alcuni dei principali progetti di Generazione III+. 

Siamo così impegnati al fianco della Westinghouse nella realizzazione dell’AP1000 sia in Cina che negli Stati Uniti. Siamo progettisti e fornitori dell’innovativo Sistema di Contenimento Passivo (cfr. fig.1 e 2), che abbiamo contribuito a sviluppare sin dalla concezione, ma siamo anche impegnati nell’ingegneria di dettaglio, su molti fronti (processo, progettazione di componenti meccanici, layout ed analisi piping all’interno del Contenitore, etc..) con circa cento tecnici, di cui circa un terzo nell’indotto.

Nel campo delle attività di sviluppo di reattori di quarta generazione l’industria Italiana ha sviluppato a livello nazionale strette collaborazioni con le Università, ENEA ed INFN.

Utilizzando un finanziamento MURST, già nel 1997 Ansaldo Nucleare ha elaborato (a partire da un’idea del Prof. Rubbia) il progetto di un reattore subcritico, raffreddato a Piombo-Bismuto e alimentato da un ACCELERATORE di protoni, finalizzato al bruciamento di scorie nucleari.

Tale attività ci ha permesso di guadagnare una posizione di rilievo a livello Europeo e di partecipare ai più importanti programmi comunitari per lo sviluppo dei reattori veloci raffreddati a piombo o piombo-bismuto, sia in configurazione critica che sub-critica.

Appartengono a questa classe il progetto IP-EUROTRANS, che si propone il design di un reattore sub-critico bruciatore di attinidi e di una facility sperimentale a più piccola scala da realizzarsi in Belgio, ed il progetto ELSY, reattore critico a piombo da 1500 MW termici, riferimento europeo per il programma GEN IV, progetto che vede  Ansaldo Nucleare responsabile del coordinamento di tutte le attività.

Significativi successi si sono registrati anche nel campo della manifattura di componenti nucleari.

Già fine anni ‘90, ANSALDO ENERGIA aveva avviato uno sforzo di rivitalizzazione delle proprie attività di manifattura di componenti in pressione, realizzando per l’impianto di Kewaunee, nel Wisconsin, due generatori di vapore sostitutivi.

Successivamente, questo ramo d’azienda è stato acquisito da investitori privati (il gruppo CAMOZZI e poi il gruppo Mangiarotti), che hanno completato con successo la fornitura dei generatori di vapore sostitutivi per le tre Unità della Centrale di Palo Verde, in Arizona.

Questi generatori sono i più grandi mai finora realizzati (ciascuno ha un peso a vuoto di 730 Ton.), avendo il Cliente richiesto un aumento di potenza nominale del 2.9% rispetto al componente originale. Val la pena di sottolineare che le aziende italiane non solo hanno assicurato la fabbricazione ma anche tutta la progettazione di dettaglio, in regime di CERTIFICAZIONE ASME.

Come ultimo esempio di successi italiani all’estero, vorrei citare la fornitura del Sistema Integrato di Monitoraggio Automatico dello shelter di Chernobyl.

Tale contratto, assegnato dalla Banca Europea per la Ricerca e lo Sviluppo con gara internazionale, ha visto come assegnatario un raggruppamento di imprese italiane, comprensivo di ANSALDO ENERGIA, Thales Alenia Spazio (con la sua divisione LABEN) e CESI, più l’ucraina ARS. Il sistema, che sarà completato entro il prossimo anno, monitorerà lo stato del reattore danneggiato (tramite misure di livello di attività e di avvicinamento alla criticità) e dello shelter esistente (dal punto di vista strutturale e sismico) ed è propedeutico alla realizzazione del nuovo involucro protettivo.

Si tratta quindi di un contratto che ha un elevato grado di difficoltà tecnologica e che ben rappresenta, anche nei confronti della pubblica opinione, il contributo italiano al miglioramento della sicurezza nei paesi dell’Est Europa.

Non mi dilungo oltre con elencazioni, che potrebbero risultare solo noiose.

Quel che mi premeva sottolineare con questi esempi è come l’industria italiana, dopo parecchi anni di inesorabile declino, nei quali sono scomparsi dalla scena molti dei protagonisti “storici” ( si pensi per esempio a FIAT o a Belleli…), sta cogliendo qualche significativo successo e può guardare al futuro, se non con ottimismo, per lo meno con delle speranze.

Speranze che si articolano, in misura diversa, in tre direzioni: la realizzazione di nuovi impianti ed il service, all’estero, e il decommissioning in Italia.

Figura 1: Costruzione del primo AP1000 nel sito di Sanmen in Cina: installazione del primo modulo preassemblato

Figura 2  Costruzione del primo AP1000 nel sito di Sanmen in Cina: assiemaggio del fondo del contenitore metallico