Progetto educativo finalizzato alla raccolta e al riciclo della carta di recupero dalle attività scolastiche
QUANTA CARTA USIAMO NELLE SCUOLE? RICICLIAMOLA !
L’attenzione all’ambiente è tra le priorità della nostra epoca storica. Il Riscaldamento Globale, l’utilizzo di Energia da fonti RINNOVABILI, l’ INQUINAMENTO dell’aria e dell’acqua, lo smaltimento dei rifiuti urbani e tante altre considerazioni ormai quasi banali sono alla base della vita quotidiana di tutti noi.
Per il futuro, si affermano sempre di più i cosiddetti Green Jobs, ovvero quei lavori legati alla cura e conservazione dell’ambiente, alla produzione di Energie RINNOVABILI, al riciclo delle materie prime.
Per la formazione di cittadini responsabili, e per offrire idee di sbocco professionale, risulta quindi fondamentale poter creare un progetto di educazione alla materia ambientale nelle Scuole di ogni ordine e grado.
Il progetto “CARTA LA CARTA” (nome che ricorda un concetto iterativo, e che prende spunto dalla universalmente nota filastrocca “scarta la carta” che i bambini cantano in coro all’apertura dei regali nei compleanni) si inserisce nel tema della raccolta dei rifiuti urbani in generale, e della carta in particolare. Carta che è evidentemente prevalente nella vita scolastica, per via dei libri, dei quaderni, dei compiti in classe, dei registri di classe e dei professori, delle comunicazioni alle famiglie, dei libretti delle giustificazioni, dei documenti interni di segreteria, eccetera. Se da un lato è vero che le comunicazioni elettroniche sono in crescita e che esistono programmi di e-government miranti appunto alla riduzione dell’utilizzo della carta, questa resta primaria e centrale nella vita scolastica.
Una delle disfunzioni più gravi prodotte dallo sviluppo socio-economico in Italia e in Occidente, è certamente quella dell’incremento dei RIFIUTI SOLIDI URBANI.
Il loro smaltimento è sempre avvenuto attraverso il sistema del conferimento in discariche, più o meno grandi, nelle immediate vicinanze di centri urbani dei quali sono a servizio.
Sopportate malvolentieri dagli abitanti purtroppo sono necessarie, in mancanza di un serio piano alternativo di smaltimento dei rifiuti.
Ormai da qualche anno l’Europa intera ha imposto come obiettivo primario la cultura della prevenzione e tutela ambientale: già nel 1997 con DLgs n. 22/97 (noto come Decreto Ronchi) si stabilì, in Italia, l’obbligo per gli enti locali di adeguarsi alla nuova normativa in materia di rifiuti e di raccolta differenziata.
La materia dei rifiuti e la raccolta differenziata in particolare è oggi regolamentata dal D. Lgs 152/06 che recepisce le Direttive Europee 94/62/CE e 2004/12/CE. Numerosi sono poi stati i tentativi di regolamentazioni locali a livello Regionale, per cui il panorama generale risulta piuttosto complesso.
Sono comunque ormai acquisiti ovunque tre concetti di base:
1. La raccolta differenziata - anche se con metodologie diverse, in alcuni casi con conferimento diretto ai bidoni di raccolta, che si attesta intorno al 37%, in altri casi con il sistema porta a porta con risultati anche oltre l’80%;
2. L’utilizzo della frazione umida - conta circa per un 35% del totale raccolto, utilizzata in impianti di recupero come il compostaggio o la produzione di energia elettrica da BIOGAS;
3. Il riciclo - di alcune componenti come vetro, plastiche, metalli e appunto carta e cartone.
La raccolta totale dei rifiuti urbani è di 609,5 chilogrammi per abitante, segnando un aumento dello 0,9% rispetto al 2009 (dai ISTAT) dopo tre anni di andamento decrescente.
Nel 2011, la quota della differenziata ha fatto registrare un livello del 31,7% con un incremento dell’ 1,4% rispetto al 2010, ma con enormi differenze tra il Nord Est (47%), il Nord Ovest (40%), il Centro (28%) e il Sud (21%) con le Isole al 15%.
Secondo dati CONAI e COMIECO la carta conta per circa il 30% del totale rifiuti, quindi un totale di circa 11 Milioni di Tonnellate all’anno.
Solo una frazione di questa viene riciclata, all’ incirca in linea con quanto sopra.
La raccolta differenziata ha, come a tutti noto, una enorme rilevanza economica. Infatti alla differenziazione del rifiuto consegue il suo riutilizzo, quindi una diminuzione del volume conferito in discarica con un abbattimento percentuale dei costi della stessa.
Poiché appare chiara l’esigenza di una diffusione della cultura in tale materia, il raggiungimento di una quota rilevante di differenziata è possibile solo attraverso un’adeguata opera di sensibilizzazione dei cittadini che non può più avvenire attraverso operazioni spot ma solo attraverso una creazione di cultura in età scolare, con momenti periodici di informazione, riflessione e dibattito nelle scuole.
Appare fin troppo evidente la necessità della formazione di una coscienza civica dei nostri ragazzi sulle problematiche ambientali cosi da renderli parte attiva in un settore che non solo migliora la qualità della vita ma consente anche enormi risparmi alla collettività.
Si è quindi deciso di testare ed ora avviare un progetto educativo nazionale organico ed economicamente valido, ispirato dal Ministero dell’ Istruzione, Università e Ricerca che possa sfruttare appieno questa opportunità.
Il progetto “CARTA LA CARTA” si pone tre obiettivi:
1. Diffusione della cultura del “comportamento ambientale corretto” tra gli studenti;
2. Produzione di valore economico per gli istituti attraverso la carta raccolta;
3. Riduzione delle emissioni di CO2 grazie alla diffusione capillare delle cartiere ed all’ottimizzazione della logistica, tendente al concetto di “km 0”.
Il progetto di Educazione Ambientale ha il compito di sensibilizzare gli studenti al problema della raccolta differenziata che potrà evolvere, grazie alla concretezza di questo programma, dal tradizionale metodo dell’insegnamento nelle scuole alla consapevolezza della necessità di comportamenti socialmente virtuosi, per creare le condizioni affinché diventino abitudine.
Dopo un periodo di test in un Liceo romano, il progetto è partito nazionalmente in Luglio 2012, ricevendo subito l’entusiastica accettazione da parte di moltissimi dirigenti scolastici. Presto il progetto sarà quindi diffuso nazionalmente, un esempio di buona pratica da sviluppare ulteriormente.