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Meeting internazionale delle Parti Consultive del Trattato Antartico, Tasmania giugno 2012 - Sandro Torcini -

Perché proprio in Tasmania? La Tasmania fa parte dell’Australia e proprio lì, nella città di Hobart si trova la sede dell’istituto polare australiano. L‘Australia che è membro consultivo del Trattato Antartico quest’anno ospitava il meeting delle Parti Consultive (ATCM), perché è uno dei 28 paesi che ne fanno parte e ai quali appartiene anche l’Italia. Le Parti aderenti al Trattato Antartico sono invece 50 essendosi quest’anno aggiunte la Malesia ed il Pakistan. La scelta del paese dove si tiene il meeting delle Parti Consultive va per ordine alfabetico, lo scorso anno il paese ospitante fu l’Argentina, il prossimo, a giugno 2013, sarà il Belgio.
 
L'ATCM è il principale forum internazionale sull'Antartide, attraverso il quale le parti del Trattato Antartico si riuniscono ogni anno per discutere e decidere sulle misure per realizzare e riaffermare  l'Antartide come riserva naturale dedicata alla pace e alla scienza.

All’interno dell’ATCM si riunisce il Comitato per la Protezione Ambientale (CEP) che nasce in riferimento alle regole ambientali che sono state approvate con il Protocollo di Madrid che rispecchia in pratica il PROTOCOLLO DI KYOTO ma si occupa esclusivamente delle regioni Polari. Un altro importante gruppo di lavoro è quello istituzionale il quale verifica sul piano legislativo che le norme sancite con l’applicazione del Protocollo di Madrid siano rispettate; di particolare interesse quest’anno era il problema della giurisdizione nell’area del Trattato Antartico ed il problema delle responsabilità derivanti dalle emergenze  ambientali.

Un altro scottante tema è quello del turismo, che rappresenta oramai uno dei principali problemi legati agli impatti sull’ambiente. Tutti i Paesi sono daccordo nel valutare un ben definito numero di azioni da intraprendere congiuntamente in particolare supportando le ispezioni nei siti visitati dai turisti e nel promuovere l’applicazione di stringenti linee guida per la salvaguardia dell’ambiente in queste aree. Il problema non è di poco conto se consideriamo che oramai l’Antartide riceve ogni anno tra i 33.000 e i 38.000 turisti.

Gli argomenti sicuramente più interessanti sotto l’aspetto ambientale sono stati trattati nel Comitato per la Protezione Ambientale. Punti rilevanti per il nostro paese emersi dalle riunioni:

La proposta congiunta (Italia-USA) di istituzione di un’area protetta (ASPA) presso Cape Washinghton, Silrverfish Bay, nell’area di Terra Nova Bay dove si trova anche la Base italiana Mario Zucchelli.

La comunicazione dell’inizio di uno studio di fattibilità tecnico-economica ed ambientale, nella prossima XXVIII campagna antartica, volto a valutare la possibilità di realizzare una pista di atterraggio in ghiaia presso la stazione Mario Zucchelli.

Il rapporto sull’ispezione avvenuta in gennaio 2012 presso le basi MZS e Concordia (Base italo-francese sul Plateau antartico) da parte di una delegazione Russo-Americana.

Qui di seguito è riportata una breve relazione che mette in risalto gli argomenti principali discussi al meeting stressando in particolare gli aspetti legati alle problematiche ambientali.

Le discussioni strategiche sul futuro lavoro del Comitato CEP
In questo item veniva discussa la proposta neozelandese di sviluppo di un portale informatico specificatamente dedicato all’ambiente Antartico. Questo portale potrebbe configurarsi come un mezzo efficiente per rafforzare il legame tra la scienza e la politica facilitando i rapporti tra il CEP e lo SCAR (Scientific Committee on Antarctic Research) e potrebbe aiutare la diffusione, al grande pubblico, delle informazioni sugli ambienti antartici.

Le implicazioni dei cambiamenti climatici sull’ambiente e il relativo approccio strategico
Di particolare interesse in questa tematica è stata la proposta, da parte del Regno Unito, di un nuovo metodo per la valutazione di zone con maggiore produttività e biodiversità in un clima variabile introducendo il concetto di resilienza adattato agli ecosistemi. La metodologia RACER (Rapid Assessment of Circum-Artic Ecosystem Resilience) sviluppata originalmente per l’Artide, sembra poter fornire interessanti applicazioni per l’Antartide per l’individuazione di zone dove gli ecosistemi sono in grado di adattarsi più facilmente e cercare di minimizzare i cambiamenti su queste aree attraverso opportuni strumenti gestionali.

Il COMNAP (Council of Managers of National Antarctic Programs) presentava le soluzioni che da prendere per migliorare l’EFFICIENZA ENERGETICA delle basi in Antartide sottolineando contestualmente che il maggior uso di combustibile proviene dall’uso di navi ed aerei.

Le valutazioni di impatto ambientale e tematiche inerenti l’impatto ambientale
Sono state presentate le valutazioni di impatto ambientale finali per la nuova base coreana Jang Bogo che sorgerà nei pressi della stazione italiana MZS e la valutazione di impatto finale della perforazione del lago sub glaciale Ellsworth. La federazione Russa ha presentato invece i risultati della storica perforazione del lago subglaciale di Vostok dove è avvenuta la penetrazione nell’acqua a Marzo 2012, che rappresenta una grande opportunità per l’intera comunità scientifica.
In questa area tematica l’Italia ha informato il CEP che durante la prossima campagna antartica, inizierà uno studio di fattibilità volto a determinare la possibilità della costruzione di una pista di atterraggio su ghiaia che renderebbe il nostro paese più indipendente dagli altri programmi Antartici ed in grado di poter effettuare una più efficace programmazione strategica pluriennale delle attività.

Aree protette e la loro gestione, linee guida per siti di interesse
Sono stati presentati numerosi documenti inerenti la revisione di piani di gestione di aree protette già esistenti. L’Italia insieme agli Stati Uniti ha presentato la proposta di un’area protetta nella zona di Cape Washington e Silverfish Bay a circa 40 km dalla base italiana MZS. Alla proposta hanno collaborato alcuni ricercatori del nostro paese che da anni studiano l’ECOSISTEMA di questa zona. La proposta sarà oggetto di lavoro intersessionale. Data l’importanza dell’area di Cape Washington anche dal punto di vista turistico, alcune osservazioni tendevano a sottolineare il crescente problema dei turisti in relazione alla tendenza a favorire sempre più la crescita del numero di aree protette. In tal senso le linee guida per l’accesso ad alcuni siti includono informazioni sui regimi di protezione presenti e sulle vie e modalità di accesso ai medesimi.
Durante i lavori, il Comitato approvava la revisione dei piani di gestione di 6 aree protette (ASPA), di una area a gestione speciale (ASMA) e una nuova area protetta all’interno delle Dry Valleys, raccomandandole all’ATCM per l’approvazione. Nell’ambito della stessa discussione veniva anche stressata l’importanza del concetto di protezione dell’ambiente naturale attraverso gli strumenti del Protocollo e l’importanza dello sviluppo e dell’utilizzo di apposite linee guida.

La conservazione della fauna e flora ed il problema delle specie non native
Questa tematica è stata oggetto di numerose comunicazioni anche da parte dello SCAR in cui si evidenziavano i rischi connessi con l’introduzione accidentale di specie non indigene anche da parte delle attività turistiche ed i rischi connessi alle attività scientifiche in aree deglaciate. Il COMNAP ha fatto presente che è disponibile un guida elaborata a tal riguardo.
Il Comitato approvava più raccomandazioni indirizzate soprattutto a sviluppare strategie di sorveglianza per aree ad alto rischio di introduzione di specie non native.

Il monitoraggio ambientale e bonifica dei siti contaminati
La tematica della bonifica è stata introdotta l’anno passato ed è stata oggetto di molti dibattiti. L’Italia ha evidenziato la peculiarità e la sito-specificità di tali operazioni su questo particolare argomento e l’importanza del monitoraggio. Alcune considerazioni sono state presentate dall’Australia per rispondere alla richiesta contenuta nella decisione 4 (2010) sulla praticabilità di metodi di riparazione e rimedio del danno ambientale. Dopo ampia discussione il Comitato accordava di istituire un gruppo di lavoro intersessionale a cui parteciperà anche l’Italia.

I report delle ispezioni
In gennaio 2012 l’Italia ha ospitato presso le stazioni di MZS e Concordia una ispezione congiunta russo-statunitense. L’ispezione ha riconosciuto l’ottemperanza del nostro paese alle disposizioni contenute nel Protocollo di Madrid, evidenziando però l’assenza di un adeguato quadro normativo a livello nazionale, che attui quanto previsto nel Protocollo. A tale report l’Italia ha risposto evidenziando la grande attenzione da sempre posta sulle tematiche ambientali e il suo impegno per trovare una soluzione soddisfacente al problema normativo istituendo un gruppo di lavoro con tutti i soggetti interessati.

Operational e turismo
Il gruppo di lavoro Operational si è focalizzato principalmente sulle problematiche relative alla sicurezza e ha riaffermato l’importanza del coordinamento del soccorso e del recupero attraverso le operazioni marittime ed aeronautiche (SAR),  discutendo poi la maggior parte dei suoi lavori congiuntamente con il gruppo di lavoro del turismo.
Venivano discusse ed approvate prima nel gruppo di lavoro e successivamente all’ATCM molte Risoluzioni riguardanti la sicurezza delle navi nell’area del Trattato, la cooperazione con l’International Hydrographic Organization (IMO) e nell’ambito del turismo una checklist for visitor in field activities, che potrebbe facilitare il sistema delle ispezioni delle attività turistiche.
Le Parti adottavano tre ulteriori linee guida per i siti visitati dai turisti e approvavano la revisione delle linee guida di un altro sito turistico.
In ambito ATCM venivano anche accordate linee guida su un piano di sicurezza e di responsabilità ambientale in relazione alle spedizioni di yacht in acque antartiche.
Veniva anche confermato l’impegno a promuovere la sicurezza in quelle acque, dato anche i recenti gravi incidenti che hanno coinvolto navi nella zona del Trattato Antartico. Inoltre c’era accordo sulla decisione di concentrarsi su tali argomenti per ulteriormente migliorare il coordinamento della ricerca e salvataggio (SAR) riunendo gli esperti in una sessione speciale durante il prossimo  ATCM.
Veniva segnalato e posto in risalto il primo studio completo sugli aspetti ambientali e gli impatti del turismo in Antartide, studio che fornirà una base per le future decisioni su temi di gestione.

Ma la Tasmania non è stata solo meeting e lavoro, per me che ho passato molto del mio tempo lavorativo in Antartide durante 16 lunghe e dure spedizioni, la sensibilità per i luoghi visitati, sotto alcuni punti di vista sempre eccezionali, dove mi sono trovato a vivere anche se per brevi periodi di tempo, mi ha fatto vedere la Tasmania anche sotto un occhio diverso, sicuramente personale e affatto legato all’aspetto turistico ma piuttosto a quello interiore.

Arrivare in Tasmania è ogni volta come prendere un treno e ad un certo punto trovarsi nella nebbia e mentre il treno rallenta anche il tempo rallenta, il paesaggio cambia, i rumori cambiano, il senso della vita cambia, e poi il treno si ferma, la nebbia si dirada e si scende. Guardandosi intorno ci si accorge di trovarsi quasi ad una fermata di un’altro tempo. Si è lì con la valigia con il carrellino, con il telefonino che accendi dopo ore di silenzio, che subito trilla e ti fa leggere i messaggi di benvenuto in Tasmania, che quasi stona con quella atmosfera retrò che hai già visto e percepito arrivando e che hai letto negli sguardi, nei sorrisi e nei vestiti della gente. In realtà hai volato 30 ore quasi che l’aereo fosse un grande uccello alato di altri tempi, per arrivare da un mondo ad un’altro ed in realtàil tempo è cambiato molto di più di quello che dieci ore di differenza di fuso orario ed i ventimila chilometri di distanza possano far pensare, come se la contaminazione occidentale, il cancro della nostra civiltà che ci portiamo dietro giorno dopo giorno qui non sia mai arrivato.
In uno dei tanti piccoli lussureggianti parchi che circondano la cittadina, di fronte al porticciolo per esempio, puoi trovare arzille vecchiette che al ritmo di una musica fuori dal nostro tempo si muovono facendo roteare lentamente una palla tra le mani e mimando movimenti di contemplazione orientale.
In uno di questi c’è un muro al di sotto del prato del parco, quasi a sorreggerlo. Il muro è ricoperto di lapidi, un sacrario in pratica che riporta le date di persone morte così espresso “departed this life” letteralmente lasciava questa vita, seguito dagli anni, mesi, settimane e giorni di vita.
Non è difficile trovare il nome e l’età “age 2 weeks and 4 days”.  Moltissimi sono giovanissimi ma sono coloro che hanno dato la vita anche senza conoscere la vita stessa, per la nascita di questo paese più di duecento anni fa. Queste creature che non hanno in pratica vissuto sono ancora nei loro cuori, sono l’essenza di questo paese.  Ti può capitare di imbatterti in un raduno di auto d’epoca che arrivano da molte parti dell’emisfero sud ma anche dall’america e dalla vecchia europa, sembrano quasi far parte del paesaggio, anzi ti aiutano a vedere quel luogo come se il tempo si fosse davvero fermato e quello che c’è intorno fosse di un’altra dimensione, il tempo e lo spazio visti da uno stesso osservatore nel medesimo istante.
Lo spirito di questo paese è molto molto di più di quel poco che ho raccontato, ma per me che continuo a vivere la mia realtà, il tempo è tiranno anche qua. Spero che dopo aver ripreso quel treno e riattraversato quella nebbia, tutto ciò che ho visto e percepito rimanga dentro di me, la vita non è solo quella che si vive, ma anche quella che si scopre, per quanto piccolo e insignificante quello possa sembrare.

Tutti qui sembrano
muoversi senza
avere fretta di farlo,
sembra che ci sia
un tempo per tutto