L'aumento delle RISERVE nazionali di idrocarburi è stato obiettivo costante della politica energetica dal dopoguerra ,con la forte spinta alla ricerca data dall'affermazione crescente dell'Eni,per diminuire la dipendenza dalle importazioni.
Come è evidente la disponibilità di una quota significativa di produzione nazionale sul fabbisogno totale di energia rappresenta un fattore di sicurezza su cui contare in tempi di crisi di mercato e di tensioni politiche ,tanto piu' per un Paese come il nostro cosi' dipendente dagli approvvigionamenti sul mercato internazionale.Si assiste invece da alcuni anni ad una continua diminuzione degli investimenti e della produzione nazionale nonostante:i costi minerari si mantengono piu' competitivi della media internazionale;le RISERVE accertate e quelle probabili sono di consistente entità;il grande numero di iniziative minerarie in attesa di autorizzazione.Secondo Assomineraria infatti i progetti definiti e pronti a partire sono 57 per un valore di oltre 5 miliardi di euro di investimenti e di circa 2 miliardi di euro di costi operativi.
La causa prima di questo progressivo declino è in una legislazione farragginosa e in una diffusa ostilità ambientale, animata e sostenuta da molti enti locali, che ritarda la CONCESSIONE dei permessi minerari con il concreto rischio di compromettere la fattibilità dei progetti e quindi di dirottare l'interesse degli operatori verso altri Paesi.
Tratto da: STAFFETTA QUOTIDIANA N. 100