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La sfida del clima e dell’energia: scenari e obiettivi per l’Unione Europea e per l’Italia - Carlo Manna -

La comunicazione della Commissione Europea sui cambiamenti climatici del 2005 [1] aveva già fatto emergere con forza il legame clima-energia-innovazione da tradurre in precise scelte di politica pubblica incentrate sullo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie e sul finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo in campo energetico.

Il documento strategico “Una politica energetica per l’Europa” [2], nel presentare un vero e proprio pacchetto di interventi sull’energia, mostra una decisa rifocalizzazione della finalità strategica che viene confermata e rafforzata dalle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 9 marzo 2007. 
Tali decisioni ricalcano in maniera sostanziale le priorità in termini di sicurezza degli approvvigionamenti e salvaguardia dell’ambiente individuate dalla Commissione e indicano gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, da conseguire attraverso un incremento dell’EFFICIENZA ENERGETICA (nella misura del 20% rispetto alle stime al 2020); il ricorso a fonti RINNOVABILI di energia (che dovranno fornire al 2020 il 20% del fabbisogno energetico in Europa), il ricorso a BIOCARBURANTI nel settore dei trasporti (in misura di almeno il 10% al 2020).

Si tratta di obiettivi molto ambiziosi che, nelle intenzioni della Commissione, potranno essere realizzati all’interno di un piano strategico a livello europeo orientato alla transizione verso un sistema energetico a basse emissioni di CARBONIO [3]. 
Un piano strategico che consenta all'industria europea di conquistare una posizione di punta nel settore delle tecnologie energetiche innovative creando, nel contempo, un ambiente stabile e affidabile per le imprese in modo che le nuove tecnologie trovino largo impiego in tutti i settori dell'economia.
Dunque lo sviluppo di tecnologie energetiche innovative e ambientalmente sostenibili rappresenta per la Commissione la condizione necessaria per affrontare le grandi sfide del clima e dell’energia. 
Di fatto la Commissione fa proprie le analisi di gran parte della comunità scientifica internazionale sugli effetti dell’innovazione tecnologica nei settori energetici. 
Si possono citare in proposito le valutazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia per cui, a livello globale, l’impiego accelerato di alcune tecnologie - già disponibili sul mercato, o in fase avanzata di sviluppo - consentirebbe, entro il 2050, una riduzione di un terzo della domanda di energia elettrica rispetto allo scenario tendenziale con un risparmio conseguente di combustibili fossili equivalente a oltre la metà dei consumi mondiali odierni di petrolio[4].
Si tratta in primo luogo di tecnologie per il miglioramento dell’EFFICIENZA ENERGETICA nella produzione e negli USI FINALI di energia a cui si deve, secondo l’analisi dell’Agenzia, la quota più significativa della riduzione complessiva di emissioni di CO2.

Il sistema energetico nazionale: stato e prospettive di evoluzione

Per avviare un ragionamento su necessità, vincoli e opportunità che derivano in questo contesto al nostro Paese, è opportuno analizzare brevemente lo stato e le tendenze in atto del sistema energetico italiano.
Alla modesta crescita dell’economia italiana ha corrisposto, nel corso del 2005, un limitato innalzamento della domanda complessiva d’energia e dell’intensità energetica.
Il trend del consumo di energia primaria per fonti (figura 1) conferma nel 2005 il processo di sostituzione, in atto già dalla metà degli anni 90, del gas a spese dei prodotti petroliferi che restano comunque la fonte che contribuisce in quota maggiore alla domanda di energia (figura 2). 
Anche il carbone fa segnare un calo nel 2005, invertendo in questo caso una tendenza all’aumento che si era verificata negli anni precedenti.
Sostanzialmente stabile nel lungo periodo il dato dell’energia elettrica importata, mentre il contributo delle RINNOVABILI, per la forte prevalenza percentuale della fonte idroelettrica, fa segnare un calo di quasi un punto percentuale a causa della ridotta idricità degli ultimi anni.

Figura 1 - Consumi di energia per fonte, trend 1990-2005 (MTEP)
















Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

Figura 2 - Consumi di energia per fonte, anno 2005
















Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

Quanto ai consumi di energia (figura 3) si conferma un trend di crescita particolarmente accentuato a partire dal 2002, nonostante l’andamento del PIL nello stesso periodo sia rimasto quasi stazionario.

Figura 3 - Consumi di energia per settori di uso finale, trend 1994-2005 (MTEP)
















Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

Da una analisi dell’andamento dei consumi finali si evidenzia in particolare il forte aumento fatto segnare al 2003 dal settore civile (residenziale e terziario) ed è causato essenzialmente da fattori climatici.
Tali consumi sono aumentati in maniera sostenuta, in particolare nel 2003, con un incremento sia di gas per il riscaldamento ambientale che di elettricità per la climatizzazione estiva. 
Il trend di crescita si conferma nel 2004, anche se ad un ritmo più contenuto, e nel 2005 anno in cui la crescita dei consumi del settore civile controbilancia la leggera diminuzione nel settore dell’industria e dei trasporti.  
In figura 4 sono rappresentate le quote di consumo per settore di uso finale nell’anno 2005.

Figura 4 - Quote per settore di uso finale dei consumi di energia, anno 2005 (MTEP)
















Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

L’andamento dei prezzi del greggio ha fatto crescere la fattura energetica italiana che ha sfiorato nel 2005 i 40 miliardi di euro, pari al 2,9% del PIL, facendo segnare un aumento di oltre il 30% rispetto al 2004, uno degli incrementi annuali più elevati degli ultimi due decenni (figura 5).

Figura 5 - Andamento della fattura energetica negli anni 2000-2005 (miliardi di Euro)

 

 

 







Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

L’aumento della fattura energetica riflette un andamento delle importazioni di fonti primarie dall’estero, e quindi della DIPENDENZA ENERGETICA dell’Italia, il cui andamento è in continua crescita a partire dalla fine degli anni 90.
Come si vede in figura 6 la dipendenza complessiva dalle importazioni sale nel 2005 all’85,1%, con il 92,9% per il petrolio.

Figura 6 - Andamento percentuale della DIPENDENZA ENERGETICA per fonte negli anni 2000-2005

 

 

 

 







Fonte: elaborazione ENEA su dati MSE

[1] COM(2005) 615 def (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2005/com2005_0615it01.pdf)
[2] COM(2007) 1 def
(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2007/com2007_0001it01.pdf)
[3] “Verso un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche” COM(2006) 847 def
(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2006/com2006_0847it01.pdf)
[4] Agenzia internazionale dell’Energia: World Energy Outlook 2006; Energy Technology Perspectives – Scenarios & strategies to 2050, International Energy Agency 2006