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Le centrali nucleari. L'energia che scaturisce dal bombardamento dell'uranio con neutroni. Il processo di 'fissione/fusione nucleare'. Il problema della radioattività e delle scorie.

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Davide Vavassori

Elena Tonello

Fact-checking della puntata di Atlantide (La7) - Approfondimento speciale su Fukushima Daiichi

Durante la puntata di Atlantide del 17 febbraio 2021 si è voluto ricordare l’incidente dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, in occasione del decimo anniversario. Andrea Purgatori, conduttore della TRASMISSIONE, ha ospitato il giornalista Pio d’Emilia in collegamento da Tokyo. Insieme hanno trasmesso e commentato il documentario “Fukushima: a nuclear story” (2015) di Matteo Gagliardi, con protagonista lo stesso d’Emilia. Da ingegneri nucleari abbiamo seguito la TRASMISSIONE con molto interesse, non tanto per gli aspetti più tecnici, che abbiamo avuto modo di studiare, quanto più per poter conoscere anche il lato umano della vicenda. Crediamo, infatti, che sia fondamentale trasmettere le testimonianze degli abitanti dei territori che hanno vissuto in prima persona la tragedia del terremoto, dello tsunami e dell’evacuazione, così come quelle delle persone che si sono trovate a dover gestire la crisi, sia all’interno della centrale nucleare sia ai vertici del governo della nazione giapponese. Anche la narrazione in prima persona di un italiano che si trova ad affrontare una situazione del genere immerso in una cultura tanto diversa dalla nostra offre importanti spunti di riflessione. Tuttavia, lo stesso d’Emilia introducendo il lmato ci dice che il documentario non vuole mostrare solo la parte giornalistica, ma vuole avere anche carattere informativo sul nucleare, auspicando che “guardando questo film la gente capisca davvero […] che cosa è successo, e soprattutto cosa può ancora succedere, a Fukushima […] e poi [capisca] come funziona una centrale nucleare e quali sono le problematiche”. Alla luce della pretesa che il documentario si pone, ci sembra dunque importante riprendere e commentare alcuni dei passaggi della TRASMISSIONE, ed i messaggi che, a nostro avviso, ne emergono. In particolare:

  • La diffidenza verso le agenzie nazionali ed internazionali, come la NISA (Nuclear and Industrial Safety Agency), definita “un organo di censura” e la IAEA (International Atomic Energy Agency), di cui si sottolinea come sia per l’energia atomica. Il documentario utilizza, quasi esclusivamente, come fonte il Rapporto Kurokawa. Quasi esclusivamente, perché una parte sembra invece fare riferimento al rapporto tecnico della TEPCO, la società proprietaria della centrale (questo nonostante poco prima si fosse affermata la totale inaffidabilità della compagnia).
  • L’assoluta pericolosità delle radiazioni ionizzanti, la loro inafferrabilità e la nostra totale mancanza di difese nei loro confronti. Nel trattare questa tematica ci sembra si voglia far trasparire un alone di mistero come con la frase, “[la radioattività] non ha forma, non ha odore, non emette suoni, è un nemico invisibile, subdolo”. È facile in questo alone di mistero instillare sentimenti di timore ed alimentarli ricordando come “i propri figli possano ammalarsi di cancro o di leucemia per un cartone di latte sbagliato”.
  • La totale mancanza di sicurezza delle centrali nucleari, anche per le “bugie, i silenzi, le omertà di chi gestisce gli impianti” come ricorda Purgatori prima di una pausa pubblicitaria. A questo proposito il documentario sostiene in primo luogo, che il disastro di Fukushima “sia stato causato dall’uomo, e dunque tutt’altro che Sotegai” (imprevedibile, in giapponese), ma anche che “un disastro ben più grave è stato evitato perché una valvola si è rotta” e che “siamo salvi perché miracolosamente nel paese della tecnologia qualcosa non ha funzionato”. La conclusione del giornalista è lapidaria: “il nucleare non funziona”.
  • Il “disastro assoluto” che deriverebbe dal rilascio in mare “una quantità spaventosa di acqua radioattiva” utilizzata per raffreddare i reattori e come “il Pacifico, come tutti i mari, è già abbastanza inquinato, c’è molta radioattività, anche per una serie di sottomarini nucleari”.

Nel seguito, dunque, proveremo a riprendere queste considerazioni, ad approfondirle, spiegando i concetti chiave necessari per comprendere di cosa stiamo parlando e, dove necessario, a confutarle e correggerle...

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