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Reti e Mediterraneo - Luigi De Francisci -

Introduzione
Il XX secolo ha visto la diffusione massiccia degli USI FINALI dell’energia elettrica, divenuta oggi una componente indispensabile, forse la più importante, di quella che noi definiamo “vita moderna”. Dopo le prime applicazioni su piccola scala del XIX secolo, negli ultimi 120 anni il campo di utilizzo di energia elettrica si è via via esteso dall’ILLUMINAZIONE delle strade cittadine e degli edifici, pubblici e privati, all’alimentazione dei mezzi di trasporto urbani ed extraurbani (tram, treni, metropolitane e filobus), fino ad arrivare ai giorni nostri agli elettrodomestici, ai computer e ultimamente anche alle automobili. L’energia elettrica, peraltro, anche se non immediatamente percepita come tale dal normale consumatore, è una componente indispensabile di tutti i cicli di produzione industriali. La sua scoperta ha rappresentato dunque una vera e propria rivoluzione tecnologica, economica e sociale, innescando una forte e irreversibile dipendenza/pervasività, grazie ai suoi numerosi vantaggi rispetto all'energia meccanica prodotta dai motori, tra cui il fatto di essere trasportata dai centri di produzione ai centri di consumo, rendendo così la localizzazione delle industrie indipendente dalla presenza di fonti energetiche nelle immediate vicinanze. Questa dipendenza è in costante aumento a livello planetario:  paesi che fino a trent’anni fa erano considerati “in via di sviluppo”, come Cina (a titolo di esempio, in Cina ogni anno si costruiscono centrali di produzione elettrica di dimensioni pari al consumo annuale italiano), India, Russia,e America Latina, oggi stanno per raggiungere ed, in alcuni casi, superare i consumi elettrici dell’ “occidente avanzato”. La necessità di soddisfare la domanda elettrica, però, va oggi coniugata con la maggiore sensibilità ambientale che si è diffusa nella società, determinando quindi l’esigenza di garantire, ora e sempre più in futuro, uno sviluppo socialmente responsabile e sostenibile, teso a lasciare alle prossime generazioni un pianeta con pari se non maggiori risorse da sfruttare. Questo determina da un lato  l’esigenza di sfruttare sempre più le FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI esistenti (solare, eolico, geotermico, biomasse etc.) per produrre energia elettrica, al posto delle FONTI ENERGETICHE CONVENZIONALI più inquinanti (carbone, olio combustibile, gas) e dall’altra la necessità di costruire e gestire reti elettriche sempre più efficienti ed affidabili che trasportino l’energia elettrica dai centri di produzione a quelli di consumo: come è noto, infatti, l’energia elettrica è di fatto “non immagazzinabile”, e quindi è necessario garantire, istante per istante, o come si dice in tempo reale, l’equilibrio tra quanto prodotto e quanto consumato.

Europa Continentale e sponda sud del Mediterraneo
Nel quadro di una cooperazione allargata volta a rendere sempre più efficiente l’utilizzo delle preziose  risorse energetiche, i paesi dell’Europa continentale guardano dunque con molto interesse ai loro vicini  prossimi. L’Italia e i paesi comunitari dell’Europa meridionale (Francia e Spagna in primo luogo) sono impegnati a creare e promuovere partenariati strategici con i paesi che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo per sviluppare nuove iniziative legate alla produzione e al trasporto di energia elettrica.

Nel 1995 la Commissione Europea, con il processo di Barcellona, ha lanciato le basi per la costruzione di un dialogo euro Mediterraneo su tematiche politiche, economiche e culturali mediante concreti meccanismi di cooperazione tra paesi mediterranei della UE e paesi del Nord Africa.  Dopo aver languito per molti anni ed un breve ma improduttivo revival di iniziative tra il 2006-2008 , oggi, all’indomani delle recenti rivoluzioni arabe e del conseguente cambio di governo in molti dei paesi della sponda sud (in particolare Tunisia, Egitto e Libia), oltre che a causa del crescente fabbisogno di energia elettrica eco-compatibile dei paesi europei, la promozione della cooperazione euro mediterranea ha ripreso vigore, anche nel settore energetico.
La rilevanza dell’energia tra i temi della cooperazione tra sponda nord e sponda sud del mediterraneo dipende da:

• l’abbondanza di risorse energetiche, sia RINNOVABILI (solare ed eolico) che non (gas), nei paesi del nord Africa, che eccederanno ancora per molti decenni i consumi interni, per quanto in continuo aumento;

• l’obiettivo lanciato dall’UE di giungere alla decarbonizzazione completa dell’ economia europea entro il 2050.

La non immagazzinabilità dell’energia elettrica richiede che lo sfruttamento del POTENZIALE di generazione da fonti RINNOVABILI presenti nei paesi del nord Africa debba procedere su due binari paralleli, uno rappresentato dalla costruzione di parchi di produzione (sia eolici che solari), l’altro dalla creazione di una rete sufficientemente estesa ed affidabile che sia in grado di soddisfare sia il crescente fabbisogno interno di quei paesi che di esportare il surplus di energia verso i paesi della sponda nord del mediterraneo. A questo scopo, l’esperienza accumulata dai paesi della sponda nord in materia di gestione dei sistemi interconnessi faciliterebbe gli scambi di energia nord-sud, anche attraverso l’adeguato potenziamento delle reti elettriche nazionali, delle interconnessioni transfrontaliere e dei collegamenti in cavo sottomarino attraverso il Mediterraneo.

Il tema della realizzazione di una rete elettrica mediterranea interconnessa è stato affrontato già negli anni novanta, allorquando l’evoluzione tecnologica ha permesso di superare alcuni ostacoli tecnici che rendevano difficile la TRASMISSIONE di energia elettrica sulle lunghissime distanze. Tuttavia, i tentativi di interconnettere tra loro i paesi del bacino mediterraneo e di realizzare il cosiddetto “anello del Mediterraneo”, nonostante alcuni  progressi parziali compiuti da allora, si sono rivelati infruttuosi, a causa della debolezza delle reti elettriche di alcuni paesi e, soprattutto, della difficoltà di una gestione coordinata delle infrastrutture elettriche tra i paesi del nord Africa dovuta anche alla frammentazione politica della regione.
L’esigenza dei paesi dell’Europa continentale di attingere alle risorse energetiche RINNOVABILI presenti in abbondanza nella regione, spinge alla condivisione con i paesi della sponda sud del mediterraneo dell’esperienza acquisita in oltre 60 anni di gestione coordinata del sistema elettrico. Un’esperienza, maturata prima a livello regionale e divenuta ai giorni nostri continentale, grazie anche alla creazione di ENTSO-E(European Network of TSOs in the Electricty Sector), associazione internazionale costituita nel 2008, su base volontaria (divenuta poi vincolante con l’approvazione del regolamento europeo 714/2009 che ne definisce i poteri e gli obiettivi, tra i quali l’istituzione di un mercato regionale integrato dell’energia elettrica entro il 2014), da 42 Gestori di rete appartenenti a 34 Paesi.
Negli ultimi anni hanno preso consistenza nuove iniziative, industriali e non, finalizzate ad aumentare gli scambi transfrontalieri di energia tra i paesi del bacino mediterraneo.

Tra queste, innanzitutto, si citano:

• MEDGRID (Mediterranean Grid), creata nel 2009 da un partenariato composto da produttori, gestori delle reti di TRASMISSIONE elettrica e distributori, nel quadro dell’iniziativa francese Union pour la Mediterranée (UPM) e focalizzata sulla realizzazione di infrastrutture dedicate alla TRASMISSIONE in CORRENTE continua di energia prodotta da fonti RINNOVABILI da Sud verso Nord;

• DESERTEC, progetto industriale di matrice tedesca, di cui fanno parte sia aziende della filiera elettrica che rappresentanti della società civile, mirato a fare della sponda sud del mediterraneo un bacino di produzione dal sole per soddisfare la crescente domanda interna e le esigenze di importazione di energia pulita dell’Europa continentale.

Queste due iniziative hanno recentemente siglato un protocollo d’intesa volto ad instaurare una forte collaborazione, per creare sinergie e sviluppare più rapidamente i progetti.
Altre iniziative in corso ugualmente importanti sono:

• Il progetto MEDRING, caldeggiato sin dal 2000 dalla Commissione Europea, finalizzato alla realizzazione di un anello elettrico (Mediterranean Ring) che dovrebbe connettere tutti i paesi del Mediterraneo, dal Portogallo alla Turchia, attraverso Nord Africa e Medio Oriente, ma che però si è fermato alla fase di studio delle condizioni presenti e degli scenari futuri;

• RES4MED, un’associazione nata nel 2011 per la promozione delle energie RINNOVABILI nel Mediterraneo e l’analisi delle condizioni per integrare i mercati dell’area;

• MEDTSO (Mediterranean TSOs), istituita nell’aprile del 2012 su iniziativa del GESTORE DELLA RETE DI TRASMISSIONE italiano, Terna, per promuovere e coordinare la pianificazione e l’esercizio delle reti di TRASMISSIONE dei 17 paesi che ne fanno parte ed abbracciano l’intero bacino del mediterraneo, dal Portogallo alla Turchia.

Quest’ultima associazione è particolarmente importante sotto il profilo dell’esercizio delle reti interconnesse, ovvero la vera e propria gestione dei transiti di energia elettrica da un paese ad un altro, che comporta una serie di difficoltà dal punto di vista tecnico, legale, regolatorio e di mercato che solo l’esperienza maturata dai paesi della sponda nord può far affrontare e superare. L’associazione MEDTSO opera sulle orme di ENTSO-E, tentando i mettere a fattor comune il know-how e le best practice con quei paesi interessati all’integrazione di reti e mercati elettrici tra nord e sud del mediterraneo.
Le interconnessioni elettriche tra paesi sono realizzate essenzialmente per due motivi: sicurezza del sistema elettrico e questioni commerciali legate alla differenza di prezzo dell’energia. I paesi della sponda nord del Mediterraneo, sotto la spinta della Unione Europea, hanno accumulato anni di esperienza anche in merito alla creazione di un mercato integrato, prima a livello regionale poi continentale. Perché un mercato funzioni in modo non discriminatorio e a beneficio dei consumatori è necessaria l’istituzione di autorità pubbliche che ne dettino le regole e le facciano rispettare agli operatori, da qui le autorità nazionali di regolazione del mercato elettrico. Anche questo ambito è oggetto di cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo attraverso MEDREG (Mediterranean Energy Regulators), l’associazione di 23 regolatori mediterranei, nata nel 2007 con l’obiettivo di stabilire un quadro normativoregolatorio trasparente, stabile ed armonizzato del settore elettrico nei paesi dell’area, oggi estremamente eterogeneo.
Terna ha allo studio diverse possibili interconnessioni elettriche con Algeria e Tunisia che, in un futuro prossimo, potrebbero migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti, in particolar modo da fonti RINNOVABILI, così come oggi è per il settore del gas.

Europa Continentale e sponda est del Mediterraneo (i Balcani)
La cooperazione mediterranea non si limita alla sponda sud, ma investe anche i Balcani. Una regione piuttosto omogenea dal punto di vista energetico e socio-economico. Già in passato dotata di infrastrutture migliori rispetto ai paesi del nord Africa, ed elettricamente interconnessa con l’Europa continentale, quest’area ha visto, dopo la distruzione causata dalle guerre degli anni novanta, un lento ma continuo sviluppo delle proprie centrali di produzione, e delle reti di TRASMISSIONE sia interne che di interconnessione tra paesi. Oggi i paesi dell’area sono parte attiva nelle associazioni e nelle iniziative già citate in precedenza. Per altro, l’esistenza di infrastrutture migliori e la loro maggiore dinamicità hanno fatto si che soprattutto l’Italia, per motivi storici e di contiguità geografica, li consideri interlocutori privilegiati del dialogo energetico nel Mediterraneo.
La UE, ad esempio, spinge molto su una maggiore integrazione dei mercati della regione balcanica, anche attraverso strumenti istituzionali quali l’Energy Community Treaty (ECT), organismo a livello governativo e tecnico che promuove l’integrazione energetica dei paesi della regione e l’armonizzazione con le direttive ed i regolamenti della UE delle leggi nazionali in materia.
Terna ha lanciato un progetto di grande impatto industriale e commerciale, ovvero il cavo di interconnessione Italia - Montenegro. La realizzazione dell’opera comporta la posa di un cavo sottomarino tra il sistema elettrico italiano e quello montenegrino di una lunghezza pari a 390 km.

Tutte queste iniziative ed associazioni in campo elettrico vedono l’Italia nel ruolo di protagonista in qualità di ponte naturale tra bacino del Mediterraneo ed Europa continentale. Il nostro paese infatti, proprio attraverso lo sviluppo coordinato delle reti, potrebbe diventare un hub energetico, un paese di transito dell’energia prodotta da fonti RINNOVABILI e destinata ai consumatori europei, ponendo anche le basi di un circolo virtuoso di sviluppo economico e sociale per i paesi della sponda sud ed est del Mediterraneo.