Premessa
La Sicilia è la prima regione italiana per estensione territoriale, quarta per popolazione (circa 5.000.000 di abitanti) con una densità (19,5 abitanti per km quadrato) in linea con la media nazionale. La Sicilia è la più vasta e popolosa isola del Mediterraneo. Il quadro economico è quello di una regione non ancora pienamente sviluppata, con grandi potenzialità agricole, turistiche e industriali, solo in parte valorizzate.
Molti osservatori ritengono che nell'isola non si sia ancora innescato in modo irreversibile il processo autopropulsivo di crescita economica e di integrazione con le economie più evolute. D'altro lato va notato che il reddito medio pro-capite è il più elevato del Mezzogiorno d'Italia, dopo quello del Molise, e che l'agricoltura siciliana è con quella pugliese la più produttiva del Sud: nella graduatoria nazionale si colloca al quinto posto, dopo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Puglia.
Prima fra le regioni a Statuto speciale dal 1946 la Sicilia gode di larga autonomia amministrativa. L'isola comprende otto province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani. Lo spazio siciliano rimane tuttavia caratterizzato da forti differenze tra aree costiere e zone interne meno progredite. Alcuni segmenti di costa impervia sono assimilabili alle aree interne collinari o montane, che rimangono relativamente isolate e poco industrializzate.
Sulla costa si sono sviluppate le quattro maggiori aree portuali e urbane e le zone ad agricoltura intensiva. Le due maggiori aree urbane - Palermo e Catania - hanno dimensioni metropolitane. Messina con oltre 200.000 abitanti e Siracusa - Agusta con 180.000 abitanti danno nell'insieme maggior peso economico alla Sicilia orientale.
L'energia in Sicilia
La Sicilia si è progressivamente dotata nel corso degli anni di una robusta industria dell'energia: grandi raffinerie di petrolio, centrali termoelettriche e negli anni più recenti centrali e piccoli impianti di generazione elettrica che impiegano le fonti RINNOVABILI. La produzione di energia elettrica della Sicilia supera l'11% della produzione italiana, ma i costi di produzione tendono ad essere più alti dei costi medi nazionali.
In particolare con la realizzazione di impianti di generazione elettrica incentivati e basati sulle fonti eolica e solare hanno superato nell'isola il 30% della potenza elettrica disponibile. Va notato che queste fonti sono intermittenti, ne consegue la necessità di bilanciare o compensare la produzione di energia elettrica con altre fonti. Manca tuttavia un efficiente collegamento tra la Sicilia e la rete elettrica della penisola con capacità tali da consentire efficaci scambi bidirezionali di elettricità.
Dal 1984 è in funzione Transmed, il gasdotto che porta dalla Sicilia verso la penisola italiana il gas METANO algerino che attraversa la Tunisia. Dal 2004 è operativo Greenstream, un altro gasdotto sottomarino che collega la Libia con Gela.
Nonostante la localizzazione nell'area di Siracusa-Agusta-Priolo di uno dei maggiori complessi petrolchimici dell'Europa, l'industria siciliana degli idrocarburi ha un peso relativamente modesto nel contesto energetico italiano. La lontananza dai mercati dell'Italia del Nord e dell'Unione Europea e forse anche le difficoltà dell'ambiente sociale dell'isola sembrano avere sinora annullato i vantaggi connessi con la posizione centrale dell'isola posta sulle rotte mediterranee degli idrocarburi e dotata di un più agevole accesso ai mercati dei paesi produttori di petrolio e di gas del Nord Africa e del Medio Oriente. Ulteriore fattore penalizzante sarebbero state le caratteristiche poco innovative degli impianti di raffinazione e di produzione chimica primaria localizzati nell'isola.
Una piattaforma per le reti per l'energia
La situazione descritta è senz'altro aggravata da una congiuntura economica italiana ed europea non favorevole, mentre pochi sono i segnali di uscita da questa crisi lunga e profonda. Occorre dunque chiedersi se oggi vi siano in Sicilia delle scelte in campo energetico che contribuiscano, anche di fronte ad un contesto economico incerto, a dare all'isola nuove prospettive.
Una direzione verso cui si può puntare sono le reti dell'energia. Nonostante le incertezze e instabilità politiche di questi ultimi anni le opportunità di crescita dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono tra di loro collegate e dipendenti da una maggiore e crescente integrazione delle loro economie e dei loro sistemi energetici. Le reti dell'energia possono essere un fattore propulsivo di nuovo sviluppo.
La posizione dell'isola, posta al centro del Mediterraneo, può favorire investimenti nelle reti degli idrocarburi (in particolare del gas) e dell'energia elettrica, questi investimenti rappresenterebbero un forte segnale per un'inversione di tendenza e per il rilancio produttivo.
In questa prospettiva la Sicilia potrebbe diventare la piattaforma energetica delle reti dell'energia del Mediterraneo centrale.
Per quanto riguarda la rete degli idrocarburi nuovi investimenti per l'ammodernamento degli impianti di raffinazione del greggio e degli impianti della chimica primaria consentirebbero di far meglio fronte a un mercato in forte cambiamento.
Tra gli investimenti vi è il previsto TERMINALE DI RIGASSIFICAZIONE di Porto Empedocle. Il terminale consentirebbe di immettere in rete gas che proviene via nave in forma liquefatta con origini diverse da quella algerina e libica dei gasdotti esistenti. Le condizioni di fornitura che si possono ipotizzare consentirebbero la formazione di un mercato concorrenziale con condizioni di prezzo più favorevoli.
Con questa azione potrebbero anche essere previste condizioni di fornitura più favorevoli per le nuove imprese (soprattutto manufatturiere) che scegliessero di localizzarsi entro zone da definire dell'isola. Le forniture agevolate di energia dovrebbero compensare alcuni oneri aggiuntivi che le stesse imprese si trovano ad affrontare, a motivo di una logistica più complessa e penalizzante nell'accesso ai mercati interno e all'esportazione.
Per quanto riguarda le reti dell'elettricità il grande obiettivo di lungo periodo è il collegamento della Sicilia con i sistemi elettrici del Mediterraneo. A questo fine condizione preliminare e necessaria è il potenziamento della interconnessione elettrica tra Sicilia e penisola.
Tale interconnessione è nel breve periodo resa anche necessaria per il pieno sfruttamento degli impianti di generazione elettrica dell'isola che fanno uso di fonti RINNOVABILI intermittenti. L'energia elettrica di questi impianti, se eccedente i fabbisogni dell'isola, dovrebbe essere convogliata verso la rete elettrica nazionale e qualora fosse insufficiente dovrebbe essere compensata da flussi di elettricità provenienti dalla direzione opposta.
Il Gruppo Terna, che è l'impresa proprietaria e gestore della rete elettrica nazionale ad ALTA TENSIONE (e quindi della "spina dorsale" del sistema elettrico italiano, sta realizzando un "ponte" elettrico sotto lo Stretto di Messina che unirà la rete elettrica della Sicilia a quella della Calabria. La conclusione dei lavori prevista entro il 2015, comprende la posa di un cavo sottomarino ad ALTISSIMA TENSIONE a CORRENTE alternata (550 kV). Si tratta del più lungo cavo sottomarino a CORRENTE alternata del mondo (38 km) in grado anche di resistere ad un terremoto del 7° grado della scala Ritcher.
La realizzazione del cavo che collega le stazioni di Sorgente e Villafranca in Sicilia con Scilla e Rizziconi in Calabria renderà possibili ed economicamente interessanti due altri collegamenti elettrici internazionali previsti uno con la Tunisia, l'altro con Malta. L'obiettivo è di fare della Sicilia una corsia preferenziale per il collegamento tra le reti elettriche del Nord Africa e quelle dell'Europa Centrale. Un progetto pensato per gli anni dopo il 2030 prevede la produzione di energia rinnovabile (sfruttando l'energia solare) nei deserti nordafricani e il suo trasporto in Europa: la Sicilia potrebbe diventare uno dei corridoi principali di passaggio verso l'Italia e l'Europa.