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Finito di stampare nel mese di novembre 2010 presso la Eb.o.d. s.a.s. Milano
Indice
Prefazione
Capitolo 1 – La cultura della sicurezza
Capitolo 2 – L’approccio per sistemi alla sicurezza nucleare
Capitolo 3 – Elementi di fisica della fissione nucleare
Capitolo 4 – L’analisi di sicurezza dei reattori nucleari
Capitolo 5 – La sicurezza nucleare: il safety case
Capitolo 6 – Sviluppo dell’analisi di sicurezza
Capitolo 7 – Teoria, classificazione e collezione dei guasti
Capitolo 8 – Le analisi di affidabilità, qualità e sicurezza
Capitolo 9 – Modello matematico di sicurezza delle centrali nucleari
Capitolo 10 – La scelta dei siti e la gestione dei rifiuti radioattivi
Conclusioni
PREFAZIONE
Tutti i popoli sono ormai ben consci di vivere nella “società del rischio”, la cosiddetta “risk society”, i cui rischi provengono normalmente da problemi di sicurezza – nel senso di safety – standard ma anche e forse soprattutto da problemi di sicurezza nel senso di “security” ossia intrusioni, sabotaggi, terrorismi vari ecc. I popoli sanno che alla base della vita moderna prevale il concetto di accettabilità del rischio connesso ad una vita standard fatto di rischi prodotti da cibi biologici non sempre naturali, da automobili veloci, da treni veloci e da aerei supersonici e via discorrendo. Sembra, ad esempio, che la maggioranza del popolazione accetti il rischio di usare questi mezzi di trasporto poiché li ritiene sicuri e confortevoli. Alla stessa stregua il popolo accetta d impiegare energia elettrica proveniente da centrali termiche alimentate a petrolio oppure a gas metano nonostante gli incidenti come la “Marea Nera” oppure i vari incidenti accaduti nelle miniere di produzione di gas e di petrolio in tutto il Mondo.
Gli italiani come quasi tutti i popoli del mondo accettano l’inquinamento prodotto dai gas di scarico delle automobili (polveri sottili, benzene, ossidi di carbonio, PM10, PM2,5 e anche PM1 ecc) nel centro delle grandi città, nella pianura padana ecc. dimenticando o facendo finta di dimenticare le conseguenze serie dell’inquinamento cittadino che produce secondo le analisi e le statistiche, ormai accertate, una quantità consistente di esempi di “cancerogenesi”.
Gli studi epidemiologici (ISS, CNR, Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto di Ricerca sui Tumori, ecc.) hanno accertato in modo inequivocabile l’esistenza di “cancerogenesi” prodotta da inquinamento cittadino. Le analisi pubblicate da detti Enti di ricerca parlano di alcune migliaia di morti all’anno prodotti dalla inalazione dei gas di scarico da riscaldamento, inquinamento cittadino ecc.
La mobilità alternativa viene considerata e studiata dagli ecologi con apertura mentale al fine di trovare una possibilità di movimenti cittadini alternativi e sostenibili: auto elettriche. La normativa europea è diventata ancora più severa in merito all’inquinamento in genere e a quello cittadino in particolare.
Nell’ambito di questa grande problematica ambientale si pone anche il problema futuro dell’eventuale inquinamento prodotto dalle centrali nucleari e soprattutto il problema della sicurezza degli impianti nucleari.
Gli italiani pagano l’energia elettrica il 30% e, in alcuni casi, il 40% in più di quella pagata in altri Paesi europei (Francia, Germania ecc.).
L’Italia ha abbandonato da decenni – tra l’altro a causa di un referendum male interpretato – la soluzione nucleare da fissione alla produzione di energia elettrica con gravi ripercussioni negative dal punto di vista economico ed industriale. L’Italia acquista energia elettrica prodotta da Paesi confinanti quali la Francia, la Svizzera, la Slovenia per una percentuale del quasi 20% di fabbisogno nazionale di energia elettrica. Tra l’altro questi Paesi hanno installato le loro centrali nucleari, entro pochi chilometri dai confini con l’Italia per cui un eventuale incidente critico o “accidente” come si suole dire negli ambiti scientifici e tecnologici specifici, avrebbe gli stessi effetti di un qualsiasi incidente prodotto in una centrale nucleare che fosse stata installata entro i confini italiani.
La Legge 23 luglio 2009, n. 99, pone solide basi giuridiche per la realizzazione di nuove Centrali Nucleari in Italia nell'ambito del cosiddetto “Rinascimento Nucleare”. Ciò nonostante, la “questione energetica” continuerà ad essere uno dei problemi dominanti il secolo attuale, sia in termini di sicurezza (safety & security) delle installazioni e degli approvvigionamenti, sia in riferimento allo sviluppo socio-economico, alle tematiche ambientali e sociali ed all'accettabilità. Tutti questi aspetti sono peculiari di questi approcci intellettuali. La scienza e la tecnologia potranno fornire molte risposte concrete, che da sole però non bastano. Altre discipline dovranno essere messe in campo, come la sociologia e la politica, ed in questo contesto diventa importante un’informazione chiara, completa e corretta, che nel nostro Paese manca o addirittura è distorta.
Anche dal punto di vista della sicurezza - safety - degli impianti nucleari deve essere altresì considerato che la mancanza di decisioni o almeno di orientamenti ragionati, sia pure non ultimativi, ingenera nella gente insicurezza e sfiducia che, unitamente ad una insufficiente informazione, la porta ad esprime un rifiuto a priori. La sicurezza delle installazioni e dei processi nucleari è, assieme a quello della sicurezza aerospaziale e aeronautica, il comparto tecnologico in cui la scienza e l’ingegneria della sicurezza ha ricevuto la maggiore attenzione scientifica, tecnologia ed ingegneristica sin dai primi anni del suo sviluppo.
Nella filiera nucleare la sicurezza è il principale obiettivo, dalla realizzazione degli impianti, ai processi produttivi fino allo smaltimento dei rifiuti. Essa, oggi, si articola in tre fondamentali fasi, la prima di natura fisica sulle reazioni nucleari, la seconda di natura prettamente ingegneristica sul progetto del sistema e la terza sugli aspetti radiologici, radioprotezione e fattori ambientali.
La comunità scientifica e tecnologica si interessa in modo attivo di questi argomenti che, in questo libro, si tenta di sviluppare in modo scientificamente rigoroso, presentando i fondamenti della cultura nucleare e della sicurezza nelle centrali nucleari e della gestione dei materiali nucleari e dei rifiuti radioattivi, nonché del ruolo chiave dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare in questo settore.
D’altra parte si pone, alla attenzione del popolo e degli ecologi di tutti i tipi, il grande argomento della accettabilità delle centrali nucleari in Italia. Questo problema ha assunto una connotazione peculiare e propria solo dell’ambiente, della morale e degli approcci sociali italiani.
Questo libro si propone di dare un piccolo contributo alla soluzione o almeno alla chiarificazione di questo tipo di problemi. Purtroppo questa proposta è sola una introduzione al vasto argomento della sicurezza degli impianti nucleari a fissione e non ha alcuna pretesa di essere esaustiva. Alcuni argomenti. come la radioprotezione, le procedure esecutive di evacuazione ed altro, non sono trattati affatto per mancanza di tempo e di spazio e con la riserva di coprirli con un secondo volume dedicato al completamento della sicurezza (tecnologica e fisica) delle centrali nucleari.
L’argomento del rinascimento del nucleare è stato trattato a fondo da molti autori che hanno scritto molti libri specifici in questo periodo.
L’argomento è specialistico ed ostico per il lettore normale inoltre presuppone che l’Italia rientri nel novero dei Paesi che si servano di energia nucleare a fissione. Di fatto, si accetta l’ipotesi di lavoro programmatico che l’Italia abbia intenzione di raggiungere, nel prossimo futuro (normalmente si accenna al 2020), una ripartizione armonizzata, chiamata “mix”, di fonti di energia costituita dal 50% di energia da fonte fossile (carbone, petrolio e gas naturale), 25% da fonte nucleare da fissione e infine 25% da fonti rinnovabili ed integrative quali solare, eolico, biomassa, geotermia ecc.
In questa cornice si sviluppa il tentativo di questo libro di illustrare i problemi e le soluzioni adottate per il raggiungimento della massima sicurezza delle centrali nucleari. Si considerano i due aspetti fondamentali della sicurezza: la “safety” e la “security”. Nella lingua anglosassone esistono queste due parole per distinguere fa il concetto di sicurezza intrinseca -safety - di natura tecnologia prodotta da guasti del sistema complesso (centrale nucleare, aereo, missile, satellite ecc.) e/o da errori umani con effetti negativi per la salute del personale addetto o della popolazione circostante e conseguente perdita di proprietà. Gli anglosassoni impiegano invece la parola “security” per intendere la sicurezza in termini di protezione da infrazioni varie, intrusione, criminalità, sabotaggi e terrorismo di ogni tipo. Nella nostra lingua esiste sola la parola “sicurezza” che include tutti gli aspetti possibili ed è quindi “omnicomprensiva”.
Questo volume si propone e può trattare solo il primo aspetto della sicurezza, la “safety” lasciando ad un altro volume successivo la trattazione della “security” delle centrali nucleari.
L’opposizione e la diffidenza al nucleare è tipicamente italiana. Così. la problematica della localizzazione dei siti di deposito (ma anche smaltimento) di scorie radioattive subisce una strenua opposizione da parte di alcune frange di ecologi, che si possono definire falsi ecologi. In generale il problema delle scorie radioattive investe tutto il ciclo del combustibile nucleare. La pubblicazione della lista dei siti di localizzazione è un compito difficile che gli enti addetti stanno assolvendo o dovranno assolvere quanto prima.
La applicazione della nuova legge 31/2010 è molto interessante poiché definisce alcuni criteri gestionali per la definizione del consenso alla approvazione e alla sostenibilità delle centrali nucleari da parte delle popolazioni locali.
Molti ancora parlano del “NIMBY” ossia di quella sindrome per cui si accettano gli impianti nucleari purché non siano installate nel proprio “giardino”, nonostante il retromarcia del grande pioniere ecologo James E. Lovelock, che a quasi 90 anni ha cambiato idea circa la installazione di impianti nucleari .
Quindi la sfida alla costruzione del consenso si può vincere solo con una grande attività di formazione e discussione sul territorio. Questo libro è un piccolo contributo al raggiungimento di questa vittoria anche con un tentativo di chiarificazione di alcuni concetti fondamentali della “sicurezza nucleare”.
Alla stessa maniera, la VAS è strettamente condizionata dal consenso e approvazione da parte del popolo.
Frattanto, a livello politico, si verificano turbolenze e accadono fenomeni personali non rassicuranti per i cittadini producendo un incremento di timori. Finalmente è stata varata la Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Si rimane in attesa delle nomine e delle linee guida di lavoro al quale si spera di potere partecipare. In tale ambito lo scrivente ha esperienza quasi trentennale nel campo della analisi della sicurezza di sistemi complessi, della programmazione e della gestione della affidabilità e quindi della “dependability” che mette a disposizione del nuovo “Top Management”.
Alla fine del libro si presentano alcune conclusioni sintetiche sul fronte d’onda della tecnologia della sicurezza di reattori nucleari avanzati analizzandone gli aspetti tecnici comparativi. Tuttavia, il libro non si propone di presentare una valutazione globale della migliore tecnologia di sicurezza nucleare attualmente nel mercato, poiché, alla base, rimangono i concetti fondamentali della garanzia della sicurezza che, in qualche modo, consentono a tutte le varie tecnologie nucleari si pervenire a risultato paragonabili. Al momento si sta profilando una nuova filosofia e un nuovo concetto di sicurezza cosiddetta “passiva” ma deve ancora superare le maglie e la falce del tempo di prova e delle esperienze operative concrete.
Oltre al problema sostanziale dell’accettabilità permane quindi il problema del tipo o dei tipi di reattori che verranno resi operativi. Sembrerebbe, per ora, che gli accordi politici ed economici abbiano operato la scelta manageriale ma ciò non esclude che si possano realizzare i due tipi più avanzati di reattori nucleari moderni.
Tutte le forze politiche, economiche, intellettuali, finanziarie, ecologiche e di qualsiasi altro tipo dovrebbero convincersi che l’atteggiamento migliore è quello di parlare pure del nucleare e non solo delle fonte rinnovabili (solare. eolico ecc.) e risparmio in modo da non fare apparire di avere solo un approccio aprioristico e ideologico.
Per concludere questa premessa è necessario chiarire ancora un punto di natura sostanziale. In questo libro si assume che sia nella natura degli eventi e fenomeni umani il fatto concettuale che la “sicurezza” (safety/security) di cui si parla rispecchi un approccio scientifico e tecnologico e non un approccio politico, psicologico e sociologico e meno che mai religioso e fideistico. L’eccezione prevista ma non del tutto inclusa, per ragioni di spazio tempo, è la “security” ossia la ineluttabile considerazione progettuale di possibilità di intrusioni, sabotaggi, terrorismi vari e via di seguito, al fine di tenere in debito conto gli effetti dell’attentato del “11 Settembre 2001”.
Si assumono, quindi, validi i concetti fondamentali che regolano i fattori umani e l’approccio di ingegneria umana secondo il quale gli scienziati, i progettisti (fisici, ingegneri, chimici ecc.) che hanno progettato e progettano “sistemi di impianti nucleari a scopo di produzione di energia elettrica” siano persone normali, dotati di equilibrio e serenità psichica.
Qualcuno può considerare l’approccio scientifico e tecnologico alla sicurezza un approccio “riduttivo” ma non si può fare altrimenti. In altre sedi, in altri luoghi, in altri tempi si potranno prendere in considerazioni approcci più generali alla sicurezza dell’uomo. Eventualmente, l’approccio scientifico ed ingegneristico alla “sicurezza” non fa altro che interpretare le istanze più generali (psicologiche, politiche economiche, religiose ecc.) e trasformarle nell’ambito di una applicazione concreta che dà una risposta, entro un campo limitato, ad un insieme complesso di requisiti e vincoli definiti dai sistemi più grandi su menzionati.
Lo scopo del libro è quindi ben chiaro, definito e delimitato anche se inteso “riduttivo” da certi approcci intellettuali, d'altronde viviamo tutti nella “Risk Society”.
Eppoi “repetita juvant”.
Giuseppe Quartieri
CONCLUSIONI
Poiché si toccano anche argomenti molto scottanti, severi e critici non solo dal punto di vista scientifico, tecnologico e tecnico, ma anche sensibili dal punto di vista economico e della riservatezza, allora si è usato il metodo di citare molto spesso ed elencare i lavori pubblicati al merito inserendoli nei riferimenti in calce al capitolo. Per cercare di attuare obiettività e oggettività, si è fatto uso estensivo di riferimenti e pubblicazioni scientifiche e tecniche italiane ed internazionali. Laddove non è indicato il riferimento, direttamente nel contesto, si intende di avere rimandato automaticamente ai riferimento del capitolo specifico ed, eventualmente, ai riferimenti degli altri capitoli e/o dell’intero libro.
Non si può che esporre una posizione definita e netta a favore di una soluzione di impiego di reattori nucleari per la generazione di energia elettrica integrata dalle fonti fossili e dalle fonti alternative così come detto nella prefazione.
I fattori che influenzano la sicurezza di un reattore nucleare, pur se devono essere mantenuti sotto controllo in ogni istante e dappertutto, dipendono sempre dal luogo e dal sito dove viene installato il sistema nucleare. Di conseguenza, diventa scopo del libro di presentare, prima di tutto, una panoramica del problema, dei metodi e degli approcci alla sicurezza di impianti nucleari. Non si segue né si predilige un iter o un approccio di una filiera nucleare piuttosto che di un’altra. L’indicazione o la scelta vera e propria di un reattore nucleare piuttosto che di un altro è compito di un Ministero oppure di una Agenzia (ad es. l’Agenzia per la sicurezza nucleare) ecc. La proposta di questo libro è quella di analizzare l’ampio scenario della sicurezza delle centrali nucleari. Cercando di coprire al meglio i tanti aspetti possibili della sicurezza (safety/security).
Si è indicato una strada che conduce alla ottimizzazione delle filiere più moderne attuali della terza generazione avanzata e, nel futuro, della quarta generazione.
In questi ultimi anni, il discorso energetico si è fatto sempre più caldo ed acceso ricalcando sempre più il fatto che il nucleare è diventato essenziale anche per l’Italia. L’informazione e la comunicazione sugli impianti nucleari hanno subito, negli ultimi decenni una sorta di distorsione sistemica e quindi i fisici ed in genere gli scienziati hanno dovuto iniziare, in contrapposizione, una intensa attività di informazione più dettagliata, precisa e rigorosa come è nella metodologia della scienza.
Nonostante tutto, molti aspetti economici e politici sono diventati secondari a dispetto del pensiero degli economici, delle banche e investitori vari. Solo l’ecologia ha retto lo scontro con il fronte d’onda degli scienziati nucleari, singoli pensatori, organizzazioni ed associazioni italiane e internazionali (IAEA, DOE, Galileo 2001, AIN, CIRTEN, EERA, ENEF, EPRI, HSEEA, NERI, NERAC ecc.). Alcuni movimenti verdi, con il loro capostipite James Lovelock in testa, hanno cambiato atteggiamento rispetto al nucleare che viene considerato pulito e sicuro.
In questo ambito si colloca questo volume sulla sicurezza dei sistemi nucleari. Purtroppo per ragioni di spazio-tempo il volume non può coprire a fondo tutti gli aspetti della materia: non è omnicomprensivo. Alcuni argomenti sono trattati velocemente e altri anche senza approfondimento matematico. Questi aspetti verranno ripresi con l’elaborazione di altri volumi specifici in un prossimo futuro. Pertanto qualcuno potrà osservare che il volume, almeno in alcuni punti, è vago e non rigoroso oltre a presentare delle ripetizioni. Solo una prossima edizione, non troppo condizionata da alcuni eventi contingenti, potrà tentare di ovviare a queste osservazioni. Mentre la logica del “repetita juvant” supporta lo sforzo, la logica del tempo, che cambia di padre in figlio, è, per sua struttura normale, inclusa nelle equazioni che regolano il funzionamento della sicurezza dei sistemi complessi e nelle strutture algebriche che soprassiedono al controllo operativo. Al primo capitolo, la elaborazione (del sottoscritto) della tabella a tre livelli di sicurezza dei reattori nucleari da cui appare in modo chiaro che il primo livello – quello fisici e chimico – è il più fondamentale, dopo appare il secondo livello quello ingegneristico, che si è sviluppato in molti capitoli, e infine viene il livello oncologico interno ed esterno che non è sviluppato per molti motivi. Tre tipi di barriere di “safety” vengono quindi applicate a questi tipi di sistemi complessi. Si sa che l’Italia predilige gli approcci di “pietra” ossia la realizzazione di opere civili di calcestruzzo e quindi in Italia si guarda, con interesse economico, prima di tutto a questo aspetto, ma per “fisici” (sistemici e nucleari) questi aspetti appaiono secondari e leggermente insulsi rispetto ai problemi “nucleari in senso stretto”.
Per uno studioso di sistemi complessi di sicurezza (safety & security), diventa quindi imperativo morale, anche nell’ambito della logica del tempo, elaborare la visione e la situazione attuale dei più moderni ritrovati ed applicazioni di sicurezza di reattori nucleari, ben consci dei potenziali miglioramenti che la evoluzione temporale della scienza dei sistemi può apportare alla soluzione definitiva .
Nella elaborazione di queste conclusioni in termini di “safety” non si può dimenticare il nuovo approccio passivo alla filosofia della sicurezza – safety - degli impianti nucleari, e quindi se ne presenta una breve sintesi dei risultati dell’analisi dello stato attuale della sicurezza.
L’approccio alla sicurezza passiva sviluppato dalla Westinghouse Electric Company negli ultimi 20 anni di ricerca applicata è sfociato nel nuovo sistema AP-1000 (www.AP1000.westinhousenuclear.com) descritto anche in una opuscolo intitolato: AP1000, Simple, Safe, Innovative. Questo approccio passivo è diventato il punto di riferimento rispetto al quale si deve misurare ogni altro risultato di sicurezza e prima di tutto la nuova terza generazione avanzata.
Va però subito chiarito che prendere a riferimento la soluzione moderna di reattore nucleare di terza generazione avanzata non significa assegnare ad essa il primo posto nella classica della sicurezza delle centrali nucleari avanzate moderne.
Si allude al nuovo reattore (AP1000) che non ha durata di vita provata (né livelli di sicurezza provati anche se dai calcoli dovrebbero essere leggermente superiori) rispetto ai classici reattori della terza generazione avanzata a ridondanza multipla attiva che hanno vita decennale o più che decennale. Di conseguenza, se fosse posta la domanda di paragone diretto non si potrebbe fare altro che considerare i reattori EPR di terza generazione avanzata dello stesso livello di sicurezza dell’AP1000.
In ogni caso si ritiene necessario riportare le pretese specifiche di superamento di sicurezza di AP 1000 rispetto a quelle dei reattori classici anche di terza generazione avanzata, in particolare, del reattore EPR europeo. Tutte le asserzioni, le valutazioni, i dati presentati e i risultati di prove dovrebbero, a modesto avviso dello scrivente, essere controllati e verificati in modo sistematico dagli addetti a tale lavoro nell’ambito della nuova Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Non basta né mai basterà affidare la affidabilità e sicurezza operativa dei reattori nucleari solo alle ispezioni (di qualità!) periodiche e ai controlli sistemici e sistematici, bisogna rivedere, verificare e controllare tutti gli aspetti del progetto, dalle specifiche tecniche iniziali ai piani di sviluppo, dalle analisi di “dependability” e di sicurezza al piano di prove sui componenti, sui sottosistemi e sul sistema finale. Non basta né basterà controllare solo le capacità “antisismiche” dei reattori ossia le barriere di secondo stadio, quelle ingegneristiche. In ogni caso, tutti gli ambienti dell’impianto nucleare devono essere antisismici.
Peraltro, dal punto di vista della scienza ed ingegneria dei sistemi vanno eseguiti i debiti controlli progettuali. Ad esempio i due documenti fondamentali: il Design Cotrol Document (DCD) e il Probabilistic Risck Assesment (PRA) devono essere accuratamente controllati e rivisti al fine di eseguire la giusta convalida.
La nuova filosofia di progettazione della “safety” degli impianti basati sull’impiego delle forze passive, va controllata e convalidata a fondo in modo rigoroso e scientificamente inoppugnabile.
L’applicazione del principio di “semplicità” assieme con l’impiego di forze naturali (gravità, circolazione naturale d’aria, convezione e compressione dei gas) potrebbe porre, di primo acchito, il nuovo sistema AP1000 in prima posizione ma, repetita juvant, bisogna considerare anche gli aspetti di durata di vita operativa e altri dati relativi che ancora mancano.
La Westinghouse, di fatto, sostiene, nel suddetto opuscolo, che non reputa necessario realizzare un impianto dimostrativo, poiché le forze naturali sono ben note e funzionano sempre alla stessa maniera (basta che il reattore non si trovi nello spazio!) oltre ad avere lavorato bene durante il piano di prove intense e approfondite.
Tuttavia appare il caso di ricordare che, per il miglioramento della affidabilità di un sistema complesso la regola elementare e più semplice rimane sempre quella dell’impiego di una o più ridondanze passive, attive e/o in “stand.by”. Pertanto le barriere ingegneristiche devono includere ambedue i criteri quello di semplicità e quello della ridondanza.
Prima di accennare brevemente ad alcuni elementi di paragone fra diversi sistemi nucleari è il caso di ricordare quale è l’evento peggiore ossia la fusione termica del “cuore.
La fusione termica (liquefazione) del cuore del reattore è l’incidente più critico previsto e, normalmente, gli operatori addetti al controllo devono agire, immediatamente, in modo da inondare la cavità che contiene il “cuore” con flussi di acqua che provengono da serbatoi d’acqua di rifornimento (per la refrigerazione e raffreddamento) in modo da riempire d’acqua la parte inferiore del “vessel recipiente (in pressione) del reattore “ che include il nocciolo (cuore). L’acqua passa attraverso una struttura isolante che circonda la parete del “vessel del reattore” e che consente all’acqua stessa di raggiungere il volume inferiore della cavità del volume del “vessel” per cominciare la refrigerazione. A mano a mano che il flusso di acqua continua ad affluire, il livello dell’acqua attorno alla cavità isolata continua a salire fino a riempire completamente l’anello d’acqua attorno alla parete cilindrica del “vessel”. Si produce pure del vapore che viene ventilato in modo da raffreddare la parete del “vessel” dalla parte della cavità del reattore. La refrigerazione così ottenuta è (o dovrebbe essere) sufficiente a prevenire che i detriti fusi nella parte inferiore della cavità del nocciolo possano fare fondere l’acciaio delle pareti del “vessel” e quindi vadano a depositarsi nel contenitore attorno al “vessel”. Riuscire a mantenere i detriti fusi all’interno della parete del “vessel” significa proteggere la integrità del “contenitore” evitando l’eventuale accadimento di un incidente severo al di fuori del “vessel” come, ad esempio, l’esplosione del vapore oppure la interazione del cuore e/o del cemento armato con materiali fusi del cuore.
Gli elementi fondamentali di paragone possono essere presentati sotto forma di tabelle specifiche di stima e di “rating” come si usa fare nel campo delle valutazioni della qualità e sicurezza.
La prima tabella, riportata nel suddetto opuscolo, è certamente offerta dalla applicazione dei principi di semplificazione del progetto e di riduzione di componenti nell’assunto che l’affidabilità di un sistema complesso è inversamente proporzionale alla numerosità dei componenti.
La valutazione del paragone è riportata anche in tabelle presenti nei siti e depliant di Westinghouse. In generale va ricordato che le analisi di affidabilità, come illustrato nel settimo capitolo, presentano errori standard la cui curva passa dal 200% di errore possibile nei calcoli di affidabilità eseguiti nelle prime fasi del progetto ad un errore minimo del 20% nelle ultime fasi di progetto, dopo le prove di qualificazione e certificazione. Quest’ultimo tipo di errore del 20% si può associare ai risultati presentati in queste tabelle prodotte dalla riduzione di componenti.
In generale, sussistono vari altri aspetti di sicurezza che si applicano a tutti i sistemi ma sempre in modo positivo, proattivo e affermativo. I sistemi nucleari moderni sono sicuri e puliti.
Tab- N° 1.11 SEMPLIFICAZIONE del NUMERO di COMPONENTI(POMPE, CAVI, VOLUMI ecc.) di REATTORI NUCLEARI AVANZATI |
||
Componenti |
Impianto standard di riferimento da 1000 MWe |
AP1000 |
Numero di pompe |
280 |
180 |
Numero di valvole di classe di sicurezza |
2.800 |
1.400 |
Lunghezza in piedi (ft) ditubazioni di classe di sicurezza |
110.000 |
19.000 |
Lunghezza di cavi(milioni d piedi 106 ft) |
9.1 |
1,2 |
Volume di costruzioni antisismiche(milioni di piedi al cubo) |
12.7 |
5,6 |
Tab. N° 2.11 TECNOLOGIA OPERATIVA DI AP1000 |
|
Componente |
Uso di tecnologia prioritaria |
Vessel del reattore eParti interne |
4 Doel e Tihange 3 |
CRDM (Control Rod Drive Mechanism) |
Esperienza multi decennale nel mondo nei reattori precedenti |
Combustibile |
Combustibile americano proveniente dal Sud del Texas, 1 & 2, Doel 4 e Tihange 3 |
Grandi generatori di vapore di modello F |
In progetti similari a AND 2, San Onofrio, Waterland, Palo Verde |
Pompe a canne per il raffreddamento del reattore |
Bollitori fossili ed altre applicazioni industriali (pompe per motori a canne invertite) |
Pressurizzatore |
Impiegato in 70 impianti della Westinghouse nel mondo |
Tab. N° 3.11 Prestazioni tecniche di sicurezza in termini di PRA (Probabilistic Risk Assessment) |
|||
Requisito di CDF a Specifica (secondo NRC, CDF eventi per anno) |
Valori di CDF raggiunti da impianti commerciali classici (2 e 3 generazione anche avanzata) |
Requisito CDF di Specifica (secondo URD) |
Prestazione CDF raggiunta da AP1000
|
1 x 10-4 |
5 x 10-5 |
1 x 10-5 |
5 x 10-7 |