ROMA — La giornata di Giorgio Parisi è iniziata con quella telefonata dal prefisso strano, proveniente da Stoccolma. Mancava un’ora all’annuncio ufficiale del Premio Nobel per la fisica, alle 11 e 45, quando il suo nome sarebbe stato pronunciato davanti al mondo. Lui ha assicurato di non aspettarselo. «Ho pensato a uno scherzo». Poi ha confessato: «Il telefono però lo tenevo vicino». Già in passato lo scienziato romano, 73 anni, era stato nella lista dei candidati.
«È da quando eravamo piccoli che ce lo dicevano: vostro padre vincerà il Nobel», sorride Lorenza, 40 anni, figlia dello scienziato. Oggi la motivazione ufficiale recita così: “Peri suoi contributi innovativi nella nostra comprensione dei sistemi fisici complessi”. L’altra metà del Nobel per la fisica 2021 è stata assegnata allo scienziato giapponese-americano Syukuro Manabe e altedesco Klaus Hasselmann. Non hanno lavorato direttamente con Parisi, ma si sono occupati di quello che è il sistema fisico complesso più importante oggi: l'atmosfera. La motivazione del loro premio è: “Per la modellazione fisica del clima”. I due scienziati hanno “quantificato la sua variabilità, predicendo il riscaldamento globale”. Affrontare il problema del clima, per Parisi, «è fra le cose più urgenti. Lo dobbiamo alle nuove generazioni».
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