Secolo XXI: l’umanità si ritrova infine a dover pagare il prezzo della propria evoluzione e ricerca del benessere; la vita sulla Terra rischia di essere in via di estinzione. Ci troviamo in un periodo molto difficile: all’alba di una guerra con la Libia (che probabilmente non sarà l’ultima) di cui il reale fine è quello di ottenere quelle poche fonti di combustibili fossili rimaste; con numerosi problemi ambientali quali inquinamento ed effetto serra che sembrano irreversibili; il mondo e la natura sono sconvolti.
Il dibattito che ultimamente si sta affrontando in Italia sul nucleare sembra che non abbia via d’uscita. A favore si può dire che nelle centrali di ultima generazione c’è in percentuale una bassissima probabilità di pericolo, perché, anche nel caso peggiore della fusione del nocciolo, esistono delle barriere di protezione che bloccano le radiazioni all’interno della centrale; senza contare che il nucleare serve principalmente per “guadagnare tempo” nel mentre in cui si cerca una soluzione più ecologica grazie alle energie rinnovabili .
Per contro, con il nucleare si genera anche un elevato numero di scorie radioattive, il cui decadimento avviene solo dopo moltissimi anni e che nessuno sa più dove nascondere; inoltre la tecnologia più moderna comprende l’uso di un sistema di raffreddamento del nocciolo che sfrutta l’acqua (Epr), il quale l’Enel intende usare in tre centrali nucleari che prevede di costruire in Italia, ed io immagino che non sia esattamente il sogno italiano quello di nuotare contemplando il mare che incontra l’orizzonte e poi girarsi ritrovandosi davanti il cielo nero del fumo di una ciminiera.
Infine immagino che molti come me, dopo le esperienze di Chernobyl e Fukushima si pongono la domanda: “ma siamo sicuri che se in Italia si cominciassero a costruire centrali nucleari, non ci sarebbe nessuno che per guadagnarci di più le costruirebbe senza gli adeguati sistemi di protezione?” Il problema è che anche se si rinunciasse al nucleare, rimarrebbe comunque il problema del petrolio, il cui uso è esponenzialmente aumentato negli ultimi anni.
Il petrolio è non solo una risorsa in via di esaurimento e quindi una fonte energetica non “solida” (come d’altronde lo sono in generale i combustibili fossili), ma è anche insieme al carbone una enorme “fonte” di anidride carbonica tale da aver superato di molto la sostenibilità ecologica e da portarci gradualmente al surriscaldamento globale (effetto serra) con future terribili conseguenze dovute alle ondate di calore.
Ci rimane perciò come unica possibilità l’uso delle energie rinnovabili che ha però come grande ed unico problema quello di produrre relativamente poca energia e di costare molto a causa dei materiali, il montaggio e la manutenzione. Il sogno di molti ecologisti è infatti quello di un mondo pieno di pannelli solari, centrali eoliche ed idroelettriche, ma, anche per il fatto che non c’è sempre il sole, non soffia sempre il vento e non su tutti i fiumi si possono costruire centrali idroelettriche, solo per recuperare le spese sono necessarie decine e decine di anni senza nemmeno così ottenere molta energia; perciò neanche questo è possibile.
Si ritorna così al punto di partenza.
L’unica via che può essere percorsa è la stessa che potrebbe portarci alla rovina: il nucleare.
La speranza che ci è rimasta è quella che, mentre percorriamo questa strada, qualche genio riesca a costruirne una alternativa che ci faccia andare avanti. Molti già si stanno impegnando al massimo nella ricerca (che non viene, non si sa per quale motivo, un granché finanziata nonostante la sua evidente importanza), c’è chi ad esempio ha ideato una sorta di eliche che raccolgono l’energia eolica dall’alto (come una sorta di aquiloni) o chi pensa di assorbire energia solare direttamente dallo spazio per poi inviarla sulla Terra.
Ma sapremo, una volta trovata la nuova via, rinunciare al nucleare?
Attualmente il nostro futuro ci è ignoto.
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